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La visita al Foro Italico di Roma ed incontro con il Presidente Malagò.

Il 24 febbraio gli studenti del Collegio “Lamaro Pozzani” hanno avuto l’occasione di visitare il Foro Italico di Roma, invitati dal Presidente del Coni Giovanni Malagò.

Il 24 febbraio gli studenti del Collegio “Lamaro Pozzani” hanno avuto l’occasione di visitare il Foro Italico di Roma, invitati dal Presidente del Coni Giovanni Malagò.

Inaugurato nel 1932 per celebrare il decennale della marcia su Roma, il Foro è il frutto di uno tra i più ambiziosi progetti politici e propagandistici di Mussolini. Renato Ricci, Sottosegretario all’Educazione Nazionale e fondatore dell’Opera Nazionale Balilla, affidò all’architetto Enrico Del Debbio la redazione del piano particolareggiato e delle prime strutture. Nell’edificio H, accesso preferenziale al complesso, egli propose un’architettura classica, ma con impianto moderno, un particolare ibrido di edilizia civile e pubblica: finestre tipiche delle lussuose ville lombarde si alternano a elementi che richiamano l’architettura industriale. Scenografico è lo stadio dei marmi, dove Del Debbio ebbe l’idea di circondare il perimetro con 60 statue in marmo bianco, chiara esaltazione della mascolinità e della forza, ideale trasposizione di quella del regime.

Luigi Moretti, che intervenne in un secondo momento, adottò un approccio diverso, ideando un’architettura celebrativa, priva di scontati riferimenti alla tradizione. Egli apportò un consistente contributo alla creazione di uno stile razionale italiano, privo di corrispettivi nelle altre nazioni europee. Sulla scia delle opere dei più grandi maestri barocchi, creò illusioni attraverso le forme e la luce: nella palestra del Duce (di cui Moretti è chiamato a progettare il solo interno), lastre di dimensioni differenti accelerano la prospettiva dando il senso di una maggiore altezza, mentre il riflesso dei marmi lucidati accentua la profondità. L’Obelisco Mussolini è il naturale punto di fuga prospettica della composizione scultorea; grazie a particolari giochi d’acqua la Fontana della Sfera sembra invece levitare nell’aria. Moretti riesce anche a stupire il visitatore, come quando si accede all’accademia di scherma, l’ultima aggiunta al complesso, che all’esterno appare monolitica e severa, mentre all’interno superfici curve e paraboliche accolgono chi entra e irradiano l’ambiente di luce naturale.

Sono numerosi i richiami al passato, specialmente nelle decorazioni: i mosaici mirano a stabilire una continuità storica con l’antica Roma, sia per temi (abbondano i riferimenti al mito e all’antichità classica) che per stile (le semplici forme geometriche con tessere in bianco e nero si ispirano all’arte musiva romana).

Il sapiente uso del verde, ampiamente sperimentato nei numerosi giardini degli anni del Governatorato romano, si riflette anche nel foro italico, con cipressi monumentali, omogenee siepi di bosso e numerosi pini che avrebbero trovato spazio anche nelle realizzazioni successive. Purtroppo, il vincolo di inedificabilità che Ricci fece prontamente apporre alle zone circostanti il Foro col fine di salvaguardare la cornice verde, è stato in parte trascurato dagli imponenti interventi edilizi degli ultimi anni.

 

L’esperienza si è conclusa con una visita agli uffici della presidenza, dove Giovanni Malagò ha conversato con gli studenti e ha parlato delle sfide che dovrà affrontare nel suo mandato di Presidente del Coni.