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Il futuro del lavoro | Incontro con Livio Livi: l’evoluzione degli spazi tra tecnologia e sostenibilità

17.03.2024

di Giulia Bernardini

Il ciclo di incontri “Il Futuro del Lavoro” si è aperto il 13 marzo, nell’aula magna del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”. La prima serata, intitolata “Lavoro e trasformazione degli spazi”, ha avuto come ospite Livio Livi, fondatore di Sostenibile Oggi, che ha lavorato per anni all’interno della Q8 Kuwait Petroleum Italia S.p.A., dove ha ricoperto il ruolo di direttore del personale.

L’argomento cardine dell’incontro è stato il lavoro, attività considerata ormai non solo come un’occupazione retribuita. Esso contribuisce infatti al benessere sociale e individuale, influenzando l’identità, l’autostima e l’ambito relazionale delle persone. In questo modo, ne consente la realizzazione personale e l’integrazione nella società.

L’ospite ha evidenziato come “l’evoluzione del mondo del lavoro proceda principalmente in due direzioni: sostenibilità e tecnologia”. Con sostenibilità si intende la condizione in cui i bisogni del presente sono soddisfatti senza compromettere la capacità delle future generazioni di rispondere alle proprie necessità. Fondamentale per garantire ciò è l’approccio aziendale della “governance ESG”, che integra considerazioni ambientali, sociali e governative nelle decisioni aziendali e nella gestione strategica. Viene dunque promossa un’attività sostenibile e responsabile, che tiene conto degli impatti a lungo termine.

Negli ultimi anni, la tecnologia ha assunto un ruolo vitale nell’ambiente lavorativo e il suo utilizzo è diventato ancora più massiccio durante la pandemia. Il COVID-19 ha infatti forzato una vera e propria rivoluzione, catalizzando la trasformazione delle modalità di lavoro e delle dinamiche aziendali. La novità principale è stata indubbiamente il lavoro da remoto. Con le restrizioni agli spostamenti e le misure di distanziamento sociale, molte aziende hanno adottato questa modalità per consentire ai dipendenti di continuare a svolgere le proprie attività senza dover recarsi in ufficio. Flessibilità oraria, sicurezza e salute ne hanno indubbiamente beneficiato. Tuttavia i cambiamenti più evidenti sono stati l’accelerazione della digitalizzazione e il focus maggiore sull’innovazione e sulla resilienza aziendale.

Lo smart working ha dunque sradicato la visione tradizionale del lavoro — in cui tutti i dipendenti svolgono insieme le rispettive mansioni nello stesso ambiente — suscitando reazioni profondamente diverse tra le generazioni. Come è stato esposto dall’ospite “per rispondere a questi cambiamenti, l’azienda applica il cosiddetto Activity Based Layout”. Esso è un approccio alla progettazione degli spazi aziendali che organizza gli ambienti in base alle attività svolte, anziché alle gerarchie o alle funzioni aziendali. Questo metodo mira a migliorare l’efficienza e la comunicazione tra i dipendenti, ottimizzando il flusso di persone, materiali e informazioni. In sostanza, l’obiettivo è creare un ambiente di lavoro che favorisca la collaborazione, riducendo i tempi morti e migliorando la produttività complessiva dell’organizzazione.

Come ha affermato Livi: “In molte realtà, l’ambiente di lavoro è diventato quello virtuale”. Se da una parte si presenta come rapido e iperconnesso, dall’altra è uniforme ed estraniante. Si è quindi reso necessario ricreare anche in esso quei valori di cui l’azienda si fa portavoce, che a sua volta genereranno un senso di appartenenza, suscitato in passato anche solo dal luogo fisico di lavoro.

Creare un ambiente piacevole, in cui prosperano le relazioni umane, è dunque uno degli obiettivi principali di un’azienda, che sarà conseguentemente portata a investire in spazi e servizi.

L’incontro si è dunque concluso sottolineando nuovamente l’importanza degli ambienti dedicati al relax e alla socializzazione. Infatti dal benessere dei dipendenti seguirà poi il benessere dell’azienda, che investirà nuovamente in spazi e risorse umane, in un ciclo che si autoalimenta.