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Soft skills, agilità e trasparenza. Maurizio Sella e la marcia in più delle imprese italiane

19.11.2023

di Francesco Cassone

Il secondo incontro per la presentazione del libro “Il Segreto Italiano” si è tenuto nell’aula magna del Collegio mercoledì 15 Novembre. Il filo conduttore del ciclo di incontri è la domanda alla quale il libro “Il Segreto Italiano” tenta di rispondere: perché l’economia italiana riesce a rimanere una delle più forti d’Europa nonostante i notissimi fattori che dovrebbero ostacolarla, quali alta età anagrafica, lenta burocrazia o pochi fondi stanziati nell’innovazione?

Il libro è un contributo di numerose di ricerche sulla storia delle imprese italiane. A pubblicarlo è l’ISVI (IStituto nazionale per i Valori d’Impresa), il cui Presidente, nonché ideatore del progetto, è il Cav. Lav. Ali Reza Arabnia, Presidente e CEO di Gecofin Spa, che ha moderato l’incontro. I relatori sono stati Maurizio Sella, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro e Presidente del Gruppo Sella, e il Professore Mario Perugini, docente di Storia Economica all’Università di Catania.

Il Professor Perugini ha spiegato come il quesito posto dalla pubblicazione non sia indifferente, essendo l’Italia la seconda potenza manifatturiera d’Europa, e la settima del mondo, che ha avuto una capacità di ripresa dopo la crisi Covid migliore di quella della Francia o della Germania e con un’esportazione di prodotti altamente competitiva in settori diversificati. Tutto ciò nonostante 20 anni di stagnazione e i pronostici economici negativi: “Dalla fine degli anni Ottanta, l’arrivo della seconda globalizzazione ha messo in crisi il capitalismo dei distretti produttivi su cui si reggeva la capacità competitiva del nostro Paese. Si è visto crescere sempre più le aziende Mittelstand: di dimensioni medie sia in organico che in fatturato, a controllo familiare, specializzate del made in Italy e flessibili a modificare l’offerta in base alle necessità dei clienti. Le ragioni del loro successo sono la capacità di adattarsi agli shock economici, essere in continuità con le vecchie aziende dei distretti e l’abilità nel riadattare le gerarchie per avere una migliore flessibilità della loro offerta. Queste aziende, che mirano ad occupare una certa nicchia del mercato fino a diventare delle multinazionali tascabili, sono la base della fase storica attuale dell’economia italiana, il Quarto Capitalismo.”

Il Presidente Sella ha apportato alla discussione il suo punto di vista, proveniente dall’interno del mondo delle imprese. Secondo la sua visione tra i motivi del successo di queste aziende c’è il fatto che “non esiste la parola difficoltà: la determinazione e la convinzione fanno vedere le difficoltà come sfide da superare e da cui crescere e migliorarsi”.

Di uguale importanza sono poi i rapporti che si hanno tra imprenditore e i vari organi dell’impresa” ha continuato il Presidente Sella. “Nel Nord Europa si dice che una buona impresa debba essere come una «casa di vetro»: trasparente, ligia alle regole e veritiera sempre. Se si aggiunge poi un clima lavorativo in cui i dipendenti lavorino in team, e non isolati nei loro cubicoli, in cui abbiano piacere a lavorare, in cui ci si confronta per superare le criticità invece di accusarsi e litigare, l’impresa potrà vantare un’alta qualità del servizio offerto.”

“Michele Ferrero diceva: «Se vuoi andare in fallimento subito, ascolta tutti e non prendere mai una decisione da solo». Il successo dell’impresa fa infatti riferimento sulle varie capacità dell’imprenditore: identificare e capire quali problemi ci sono, fare scelte rapidamente, ammettere gli errori, imparare da essi e quindi saper cambiare idea, saper innovare e saper vendere, che significa saper spiegare il prodotto e persuadere il cliente dicendo sempre la verità. Su ognuno di questi punti si potrebbe scrivere un libro, ma mi sento di affermare che tutte le eccellenze italiane, che hanno resistito finora alle varie crisi e continuano ad essere un modello nel mondo, hanno alle spalle figure imprenditoriali di questo tipo”.

La presentazione si è conclusa con un suo sguardo sul futuro: “Noto sempre più una tendenza nelle imprese nel mettere un accento sul lato soft del servizio (la sua qualità, i dettagli e il marketing che lo accompagna), questo è cruciale per ricevere una buona impressione dai consumatori e costruirsi una reputazione nel proprio settore. Gli altri due punti su cui dobbiamo metterci al passo con il resto d’Europa sono la sostenibilità, per ridurre le emissioni di tutte le nostre filiere produttive, e l’Intelligenza Artificiale. È impensabile rimanere indietro per timore della novità quando altri competitor stanno usufruendo di una consulenza dotata di un sapere che si espande e perfeziona giorno per giorno.”

L’incontro così strutturato ha permesso di sentire due voci, una accademica e una imprenditoriale, esporre la propria visione sulla storia e sul modo di fare impresa in Italia, cercando di trovare i motivi del suo primato al netto di tutte le difficoltà che la ostacolano. Nei prossimi incontri altri esperti daranno il loro contributo per approfondire il quesito posto dal “Segreto Italiano” e dare la loro chiave di lettura sull’argomento.