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Federico Vitillaro: un dottorato alla Normale, tra matematica e pallone

03.07.2023

di Lorenzo Farrugio

Federico Vitillaro, classe ’99, laureando magistrale in Matematica con curriculum in Analisi e al V anno del Collegio “Lamaro – Pozzani”. Alfiere del Lavoro per nomina del Presidente della Repubblica, tra i corridoi della Sapienza si racconta di come Federico non abbia mai preso un voto inferiore al 30 e lode (a eccezione del 1° esame sostenuto in pandemia da remoto).

Federico,  qualche settimana fa sei arrivato 1° ex aequo alla SISSA e 2° alla Normale nei rispettivi concorsi per il PhD in Matematica.

Quali sono stati gli ingredienti di questo risultato?

Sicuramente è stata determinante la brillante preparazione universitaria fornitami dal Dipartimento “Guido Castelnuovo” della Sapienza, con la sua offerta didattica di alto livello e di ampio respiro. In tal senso devo essere grato ai miei professori, oltre che a me stesso per il costante impegno, unito alla curiosità di capire le cose fino in fondo, che ho sempre dimostrato negli studi. Un pensiero speciale va anche all’ambiente accogliente e stimolante del Collegio dei Cavalieri del Lavoro, che mi ha accompagnato per tutto il percorso.

La Scuola Normale Superiore di Pisa e la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste sono due realtà entrambe ambitissime e di eccellenza del panorama accademico.

Quali aspetti hai preso in esame per fare tra le due la tua scelta?

È stata una scelta molto difficile. Entrambe le opzioni erano più che valide sia per quanto riguarda le aree di interesse accademico e la qualità dei docenti sia in merito all’organizzazione del dottorato. Tra l’altro ho visitato di recente la SISSA durante l’iniziativa “Junior Math Days” rivolta a studenti dell’ultimo anno e sono rimasto positivamente colpito dall’ambiente non solo scientifico ma anche umano. Tuttavia, alla fine ho optato in favore della Scuola Normale, che è un po’ il luogo storico in Italia per il mio ambito di ricerca.

Ecco, parliamo dei tuoi interessi di ricerca: di cosa ti occuperai nel tuo percorso di dottorato?

La mia area di interesse è l’Analisi matematica, in particolare il Calcolo delle Variazioni, che è la branca che si occupa dei problemi di ottimizzazione in dimensione infinita. Problemi di questo tipo sono noti da secoli, basti pensare al problema isoperimetrico che si trova addirittura nel mito di Didone o al problema della brachistocrona che fu studiato da Bernoulli e da Newton. Tuttavia per poterli affrontare nel modo più adeguato è necessaria una teoria matematica moderna, sviluppatasi nel ‘900. Ad esempio, gli strumenti naturali per affrontare il problema di Didone sono stati introdotti soltanto negli anni ’50 da Ennio De Giorgi, sulla base di alcune idee di Renato Caccioppoli. Problemi di Calcolo delle variazioni emergono naturalmente, ad esempio, in geometria, in fisica, in ingegneria e in economia. Questo è anche il campo di ricerca dell’ultima medaglia Fields italiana, Alessio Figalli: questo importante riconoscimento, avvenuto nel 2018, ha dato un forte contributo nell’indirizzare la mia curiosità in tal senso. Sia De Giorgi che Figalli sono figure riconducibili proprio alla Scuola Normale di Pisa, così come altri grandi nomi nel settore.

Allora in questo settore non c’è nulla da invidiare all’estero ?

Nel mio ambito di ricerca specifico l’Italia è sicuramente all’avanguardia: questo mi ha rassicurato circa la decisione di rimanere nel nostro Paese per il dottorato. Tuttavia sono consapevole che per intraprendere una carriera come quella accademica l’esperienza oltreconfine sia necessaria, quindi questo è un fattore che ho sicuramente messo in conto per il futuro. Comunque alla fine mi piacerebbe stabilirmi in Italia, anche se non posso sapere cosa mi riserverà il destino.

Che cosa pensi dello stato dell’arte e delle condizioni della ricerca in Italia?

Riguardo alla situazione generale ho poco da commentare: come ben sappiamo, la ricerca in Italia è sottofinanziata e questo porta al fenomeno della fuga dei cervelli. È notevole però come nonostante tutto riusciamo a sviluppare in alcuni settori una ricerca di punta e a garantire complessivamente una buona qualità dell’insegnamento universitario. Peccato che poi gli studenti se ne debbano andare. Ecco, io spero di essere una delle eccezioni.

Leggenda vuole che tu abbia una memoria alla Pico della Mirandola e che accanto alle formule tu conosca i vincitori di ogni competizione e premio calcistici, qualunque ne sia l’anno di svolgimento.

Oltre alla Matematica, c’è quindi spazio nella tua vita per altri interessi ?

Ovviamente sì, di natura varia. Come appena detto, sono un malato di calcio, con un interesse quasi maniacale per la storia e l’aneddotica di questo sport. Mi ritengo anche un appassionato, anche se non un esperto, di cultura nerd nelle sue varie forme. D’altra parte, il mio passato liceale mi ha lasciato anche una genuina curiosità per la cultura con la c maiuscola.

Per mia fortuna, l’ambiente del collegio mi ha permesso di coltivare a pieno tutte le mie passioni: sono all’ordine del giorno discussioni – che ne so – di fisica, di filosofia o di attualità così come momenti più leggeri come una partita a calcetto o la visione dell’ultimo film della Marvel.