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NON SOLO COLLEGIO | Tra biometria e intelligenza artificiale. Intervista a Luca De Luisa

21.06.2022

A cura di Martina Franciosi

Luca De Luisa, classe ’98, di Sarzana in Liguria, studente magistrale di Ingegneria delle telecomunicazioni presso l’Università degli Studi Roma Tre e ormai al termine del suo soggiorno presso il Lamaro Pozzani.

 

L’articolo descrive il progetto di tesi triennale, ovvero lo sviluppo di un sistema di riconoscimento biometrico basato su firma tridimensionale. È quindi un sistema che consente di verificare l’identità in base al modo con cui si appone la firma, con la particolarità che la firma viene realizzata in un ambiente tridimensionale. L’articolo descrive come è stato creato l’ambiente di acquisizione, la raccolta dei dati e le metodologie usate per il riconoscimento.

Hai anche lavorato presso RadioLabs. Di cosa ti sei occupato nello specifico?

Mi sono occupato del progetto europeo SES5G, finanziato dall’ESA e sviluppato da Leonardo. In pratica, il mio lavoro si è concentrato sulla creazione di modelli di machine learning che consentissero di riconoscere eventi pericolosi quali spari, urla o incendi nella pineta di Castelfusano ad Ostia tramite l’analisi di segnali audio. I modelli implementati riconoscono situazioni pericolose andando ad analizzare l’audio acquisito da microfoni opportunamente collocati nella pineta.

Leggendo il tuo curriculum salta agli occhi la tua partecipazione a una prestigiosa competizione prevista presso l’IEEE (Institute of Electrical and Electronics Engineers). Di cosa si tratta?

Insieme a due miei colleghi, ho partecipato alla SPCup 2022, che quest’anno prevedeva lo sviluppo di una struttura capace di rilevare quale algoritmo avesse generato un determinato audio sintetico, creato artificialmente. Pertanto, la challenge prevedeva di determinare per ogni audio sintetico appartenente al dataset consegnatoci dagli organizzatori della competizione l’algoritmo che lo avesse generato: il modello che forniva il numero più alto di predizioni corrette avrebbe garantito la vittoria al team che lo avesse implementato. Purtroppo, non siamo arrivati alla fase finale: tuttavia non solo abbiamo imparato molte tecniche di intelligenza artificiale e nozioni sull’audio deepfake, ma ci siamo divertiti molto nel lavorare in gruppo, soft skill sempre più importante.

Chissà magari qualche futuro allievo o allieva del Collegio starà leggendo quest’intervista. Quali consigli ti senti di dare a un giovane che si approccia per la prima volta al mondo universitario?

Sicuramente consiglierei di cogliere tutte le opportunità che la vita universitaria può riservare, come lavori di gruppo, sviluppo di progetti, senza aver paura o sentirsi inadeguati: solo “lanciandosi” in nuove sfide si possono fare proprie competenze altrimenti difficili da ottenere. Ritengo inoltre che non scoraggiarsi nei momenti complessi e perseverare con costanza nel proprio percorso siano condizioni necessarie per approcciare al meglio la vita universitaria. A tutti capita l’esame che non lo soddisfa o un periodo di sconforto in cui tutto sembra insormontabile, ma affrontare le asperità con il sorriso e con la voglia di imparare rende questi momenti degli ostacoli che guardandoci indietro siamo orgogliosi di aver superato.