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NON SOLO COLLEGIO | Dai detriti spaziali ai terremoti: Jacopo Bilotto, talento all’opera

01.06.2022

A cura di Martina Franciosi

Jacopo Bilotto, classe ’98, laureando magistrale in Ingegneria meccanica presso la Sapienza e studente al V anno presso il Collegio dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani”.

Nell’ultimo anno hai svolto delle esperienze di ricerca prestigiose tra cui un tirocinio presso la Scuola politecnica federale di Losanna (EPFL). Qual è stato il tuo ruolo?

Ho avuto l’onore di far parte del laboratorio di meccanica dei solidi computazionale, che si occupa di simulare fenomeni rilevanti su scale molto diverse: dal grip delle suole delle scarpe a quello dei freni delle automobili, dai detriti spaziali ai terremoti. Nel periodo in cui sono stato lì il gruppo ha ospitato un professore dalla Florida ed ho avuto il privilegio di collaborare in un progetto che coinvolgeva più laboratori. Nel dettaglio ho fatto alcune simulazioni per caratterizzare il comportamento meccanico di materiali soffici, i quali potrebbero essere usati in alcuni robot di nuova generazione. Un articolo scientifico è ora in fase di revisione e, si spera a breve, ne arriverà un altro a cui stiamo ancora lavorando.

Attualmente, invece, ti trovi nei Paesi Bassi dove stai conducendo il tuo lavoro di ricerca tesi presso ASML, un’importante azienda olandese high-tech e principale fornitore di macchinari per l’industria dei semiconduttori. Raccontaci un po’ di quest’esperienza.

ASML è una delle aziende europee più avanzate tecnologicamente, praticamente un paradiso per ingegneri. Il settore in cui opera, quello dei semiconduttori, è oggi più che mai strategico. Quando sono arrivato nei Paesi Bassi non credevo di trovare un posto così, dove gente da ogni parte del pianeta (Europa, USA, Asia) collabora per creare alcuni dei macchinari più complessi al mondo. Al momento sto lavorando nel gruppo di scienza delle superfici e dei contatti (tribologia) per cercare di comprendere meglio come funzionano alcuni dei rivestimenti superficiali critici per ottenere precisioni molto elevate. Spero alla fine di riuscire a dare un contributo, anche se soltanto di un nanometro.

Da tutte queste esperienze si evince una personalità molto dinamica, intraprendente e sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Cosa hai imparato da questi periodi di soggiorno all’estero?

Ho migliorato l’uso dell’inglese e del francese e mi spiace che non stia imparando l’olandese. Ho compreso che le persone e l’ambiente di lavoro contano molto, indipendentemente dal contesto accademico o aziendale. La cosa che più mi ha colpito è stato scoprire come ci siano modi differenti, e allo stesso tempo validi, per raggiungere il medesimo risultato. Inoltre, mi sono reso conto della fortuna che ho avuto nel nascere e vivere in Italia e nell’essere stato ammesso al Collegio Lamaro Pozzani. Se ho avuto l’opportunità di fare queste esperienze lo devo in gran parte alle compagne e ai compagni del Collegio che mi hanno ispirato ed al Collegio stesso, il quale mi ha dato gli strumenti per non dipendere dalla mia famiglia e per allargare i miei orizzonti in un mondo sempre più connesso.