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Incontro con i dottorandi: Maria Belén Trivi “Integrated technologies and cultural heritage”

Emanuele Volpini

20.05.2022

Si conclude il ciclo di incontri serali dei dottorandi con Maria Belén Trivi, dottoranda in “Storia, disegno e restauro dell’Architettura” alla Sapienza. I punti cardine della presentazione sono stati le tecnologie e i modelli usati nell’ambito della valorizzazione del patrimonio culturale che è la principale area di ricerca di Belén.

Gli aspetti generali di una ricerca di questo tipo sono essenzialmente quattro: osservazione della realtà, indagine, creazione di un modello basato sui dati ottenuti che rispecchi il più fedelmente possibile la realtà, utilizzo del modello per il raggiungimento di uno specifico obiettivo.

Per ciò che concerne l’indagine, essa può essere realizzata secondo metodologie tradizionali, come il disegno a mano libera che, contrariamente a quanto si possa pensare, non è affatto antiquato o superfluo poiché permette di avere una maggiore comprensione dell’ambiente e dell’architettura, indispensabile per valorizzare correttamente il sito. Gli altri metodi comunemente impiegati sono digitali e si dividono in attivi e passivi: quelli passivi sono strumenti che hanno bisogno di una fonte di luce per funzionare, come fotocamere o droni, quelli attivi, invece, creano da sé l’illuminazione necessaria e si tratta prevalentemente di laser molto costosi.

Dall’applicazione di queste tecniche e dal processamento dei dati ottenuti con software specifici come “SCENE”, “Metashape”, “CloudCompare” o “Autodesk Recap Pro” si ottengono dei modelli finali, utilizzabili in una vasta gamma di altri ambiti come l’industria, l’ingegneria, la videoludica e l’intrattenimento in generale, la sicurezza e la cultura. La Dott.ssa Trivi ha, infatti, più volte sottolineato l’interdisciplinarità della sua ricerca che coinvolge svariate figure professionali tra cui architetti, informatici, archeologi e ingegneri.

Nel campo della cultura, gli stati membro dell’UE hanno deciso di sottoscrivere una dichiarazione di cooperazione per la digitalizzazione del patrimonio artistico e culturale a seguito dell’incendio della cattedrale di Notre-Dame De Paris e del furto presso la Grünes Gewölbe di Dresda avvenuti nel 2019.
In archeologia, i modelli vengono utilizzati per il restauro di parti mancanti di cui si ha traccia in altri documenti, come è avvenuto nel parco di Ostia antica, dove una lastra di pietra danneggiata è stata ricostruita attraverso una foto risalente al secolo scorso e una stampante 3D. Un’altra moderna applicazione, riguarda la ricostruzione di siti antichi in VR che possono essere esplorati dai visitatori con dei visori forniti di GPS. Questa tecnica è stata sfruttata nel sito delle Terme di Caracalla e ha permesso ai turisti di fare un vero e proprio salto nel passato. Un ultimo campo applicativo è quello dell’analisi strutturale e del restauro di edifici storici come la Basilica di Santa Sofia ad Istanbul, dove è stato possibile misurare la deformazione della struttura ed evitare il rischio di collasso in caso di un futuro terremoto. Quelli appena citati, tuttavia, sono solo alcuni dei moltissimi impieghi delle moderne tecnologie nella valorizzazione dell’arte.

L’incontro si è concluso con uno stimolante dibattito circa l’importanza del preservare l’architettura, anche quella legata a periodi storici controversi, perché parte integrante della cultura di un Paese e delle nuove frontiere del restauro che stanno attualmente puntando alla realizzazione di interventi facilmente rimuovibili, in caso si scopra, ad esempio, che la modifica fatta non è coerente con la storia.