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L’entusiasmo che nasce dal lavoro. Incontro con il Cav. Lav. Marchi

17.04.2021

di Maurizio Fiusco

“Pensa, credi, sogna e osa”, una delle più celebri frasi motivazionali che vanno tanto di moda negli ultimi anni, attribuita a Walt Disney. È in queste occasioni che si apprezza la possibilità di poter ascoltare dei sognatori, quelli che prima dell’arrivo dei risultati erano semplicemente definiti visionari.  A raccontare la sua esperienza di vita, questa volta è il Cavaliere del Lavoro Enrico Marchi, presidente di Banca Finint e del gruppo Save.

Finanza e gestione di aeroporti, un connubio insolito, entrambe però attività del terziario, il settore dei servizi, la cui presenza si fa importante nel momento in cui sorgono realtà imprenditoriali. Parliamo di territorio, del Veneto, nello specifico della sua città d’origine, Conegliano, caratterizzata dalle piccole dimensioni, dalla buona qualità della vita e dalla possibilità per il Cavaliere di unire le sue radici, al lavoro, la sua passione, restituendo qualcosa a questa culla. Tra qualche giorno saranno quarantuno gli anni dalla costituzione di Finvest come società, da uno a centinaia di dipendenti altamente qualificati, nonostante la piccola area in cui operano, non hanno difficoltà a trovarli, non scendono a compromessi, selezionano professionisti con formazione ed esperienza anche internazionale, definiti dal relatore “cervelli di ritorno”, in contrapposizione a quelli ormai sempre più in fuga di cui le pagine di giornali sono piene. Coraggiosa, invece la direttiva data all’altro versante, sono necessarie persone che sappiano fare le cose diversamente, che abbiano la giusta attenzione nei confronti del cliente e che siano specializzate in una specifica area di competenza, possibilmente non devono aver lavorato già nel settore aeroportuale, servono nuove idee.

Strategia che ha ripagato a giudicare dai risultati, oggi l’aeroporto di Venezia (uno degli scali gestiti da Save) è uno dei tre gate italiani intercontinentali, con collegamenti diretti per New York, Philadelphia, Atlanta, Montreal, Toronto, Dubai, Doha, Abu Dhabi e Seoul. Tra i primi a credere nel vantaggio competitivo, incrementato poi negli ultimi anni, delle compagnie low-cost, basti pensare che i primi voli di EasyJet e Ryanair nel nostro Paese, le due compagnie a basso costo leader in Europa, avevano come tratta entrambi Londra-Venezia.

È stato necessario fare le cose diversamente, un po’ un’abitudine se consideriamo i trascorsi di quello che era un ragazzo con il sogno nel cassetto di creare una banca d’affari, cresciuta grazie all’avvicendarsi di progetti interessanti, non solo economicamente, perché l’imprenditore di successo non pensa al mero profitto, quello viene dopo, è una piacevole conseguenza di un lavoro svolto nel migliore dei modi. Sono tanti i messaggi lanciati durante l’esposizione, nella vita, è importante anche seguire l’istinto, fare ciò che piace, perché così si amplificano notevolmente le possibilità di riuscita, è necessario credere che nulla sia impossibile e ambire, non ponendosi mai limiti.

Non poteva mancare il riferimento al difficile periodo che stiamo vivendo, che ha visto coinvolte direttamente entrambe le realtà, una però più dell’altra, il traffico aereo ha avuto un calo del 90%, ma insieme, la solidità e ancora una volta la visione verso il futuro, hanno permesso di approfittare di questo periodo per sottoscrivere nuovi accordi con le compagnie. Abbiamo qui citato più volte questa attitudine all’anticipare gli eventi, in particolare, una caratteristica intrinseca delle banche d’investimento, definite in questa occasione, il “medico di famiglia” delle società alle quali offrono assistenza. Durante l’esposizione, ringraziati poi a più riprese i membri del team, indicazione ancora una volta che prima di tutto bisogna saper essere dei leader e fare squadra. Magic Johnson, dopo una carriera in NBA, passato ad un impiego per alcuni considerabile meno entusiasmante, dietro la scrivania, ha detto “Sono un uomo d’affari. Questo è quel che faccio ogni giorno. Lo adoro. Adoro andare al lavoro. Non ho mai avuto una giornataccia”. Probabilmente riassume in poche parole quella che è la passione che contraddistingue questo tipo di persone che proprio come Enrico Marchi vorrebbero, con una logica a prima vista stremante, avere giornate lunghe quarantott’ore.