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Brand, business e innovazione: il caso Hewlett-Packard spiegato dalla Director Corporate Irena Bednarich

Incontri con gli Alunni

10.03.2021

di Serena Simonetti

In occasione del ciclo di incontri con l’Associazione Alumni, gli studenti del Collegio Lamaro Pozzani hanno avuto l’onore di beneficiare del prezioso intervento da parte di Irena Bednarich, ex collegiale e attualmente Director Corporate Affairs, Europe, Middle East ed Africa presso la multinazionale americana HewlettPackard Enterprise.

Prima di entrare nel vivo della sua esperienza, l’ospite ha introdotto in breve le radici storiche della multinazionale, che la vede impegnata ormai integralmente da ben 15 anni. Inizialmente con il nome di Hewlett-Packard, l’azienda, che prende il nome dai suoi fondatori (conosciuti proprio per essere stati i primi a credere in quel fenomeno mondiale che poi è divenuta la Silicon Valley), articolava la sua produzione nei più svariati settori, dalle stampanti e computer agli hardware, finendo per occuparsi della cyber security del Pentagono. A partire dal 2015 il CEO decise di diversificare i vari settori della compagnia al fine di seguire al meglio ogni possibile sviluppo futuro. Nascono così la HPInc, focalizzata sulla produzione di stampanti e computer, DXC e la Hawlett Packard Enterprise, specializzata nel campo delle infrastrutture IT. Microfocus ha acquisito la divisione software.

Prima nella produzione di server, HPC e nella rigenerazione degli hardware e seconda nel campo del wireless la Hawlett Packard Enterprise – racconta la nostra ospite – si concentra su alcune priorità che reputa imprescindibili: il cloud ibrido, con l’obiettivo primario di fornire al cliente la possibilità di decidere autonomamente quali informazioni tenere e quali mandare nel cloud pubblico; connettività, e quindi il business di wireless, HPC ed AI, al fine di aiutare i clienti a valorizzare i dati che già possiedono; e infine il 5G, ormai considerato il futuro.

Con grande passione ed entusiasmo Irena Bednarich espone quella che rappresenta la mission del dipartimento di Corporate Affairs: proteggere e garantire la crescita del business nel pubblico. Il suo ruolo diventa qui fondamentale e opera essenzialmente lungo tre assi: “advocacy”, cristallizzare cioè la posizione aziendale su un file legislativo e creare, nel momento in cui si ha una nuova proposta di legge, una valutazione dell’impatto che questa avrà sul business aziendale; “public sector sales support”, sostenere il business su accounts del settore pubblico, creando narrative da poter portare ai governi e che aiutino questi ultimi a raggiungere i propri obiettivi strategici; ed infine quello che viene definito “enhance the brand reputation”, che rappresenta la parte reputazionale e dove l’azienda organizza incontri di altissimo livello istituzionale e governativo per discutere del futuro dell’innovazione in vari settori.

L’ospite ha poi proseguito la sua presentazione con alcune tips che divengono fondamentali nel momento in cui si vuole intraprendere una simile carriera, in particolar modo in una multinazionale americana. In primis, la capacità di sintesi, di presentare cioè in maniera sintetica argomenti estremamente complessi; poi la flessibilità, essere quindi disposti ad affrontare molto spesso situazioni sconosciute. Non può mancare inoltre un’ottima tendenza al problem solving e un approccio mentale strategico che consenta di capire come portare valore all’azienda, utilizzando risorse molto spesso limitate.

Infine, la platea ha potuto formulare alcune domande che hanno di fatto sintetizzato quelle che sono le aspirazioni da parte dei collegiali e che hanno visto la protagonista dell’intervento testimoniare, con grande entusiasmo, quanto rilevante sia stata l’influenza che l’esperienza in Collegio ha avuto sulla sua formazione etica e professionale.