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Unione europea e pubblica amministrazione. Incontro con Nicola De Michelis

Incontri serali | Webinar

19.02.2021

di Giacomo Griseri

In occasione del quarto incontro del ciclo “Anticorruzione, Trasparenza e Etica degli affari”, gli studenti del Collegio Universitario Lamaro Pozzani hanno potuto incontrare, sebbene in modalità virtuale, un ospite di rilevanza internazionale: Nicola De Michelis. Impegnato nel settore economico e dello sviluppo territoriale, De Michelis vanta di una lunga carriera, inizialmente presso l’Ocse, poi nella commissione europea fino alla nomina di direttore delle politiche regionali e urbane. Questo settore riveste una grande importanza in particolare per i paesi dell’Europa meridionale e, potendo disporre di un budget di 350 miliardi di euro in 7 anni, ha lo scopo di stimolare la crescita congiunta delle regioni.

La Direzione generale della commissione europea per le politiche regionali e urbane e il suo operato sono tuttavia quasi assenti dall’attenzione dei cittadini italiani ed è questo il punto di contatto col ciclo di incontri del collegio: senza dibattito pubblico non può esserci trasparenza. Benché l’Unione Europea investa circa 70 miliardi di euro ogni settennato per le politiche di coesione e di sviluppo in Italia, le notizie che vengono riportate sulle testate giornalistiche si focalizzano sulla percentuale di questo denaro che non viene speso e sulle occasioni immancabilmente perse dal nostro paese. Ciò comporta una visione distorta e parziale da parte dei cittadini tanto sull’utilità di questi fondi quanto sulle capacità della nostra pubblica amministrazione diffondendo falsi miti che il relatore ha voluto sfatare. A differenza di quanto comunemente si pensi, la percentuale di risorse utilizzate dall’Italia è molto vicina alla media degli altri paesi e il tasso di corruzione nella gestione degli stessi è praticamente nullo. Anche le dimensioni della nostra pubblica amministrazione, ritenute eccessive, rientrano nella media Ue.

Tuttavia, benché l’opinione pubblica abbia un giudizio troppo severo sulla gestione delle risorse nel nostro paese, alcuni problemi sussistono realmente. Come evidenziato dalla Commissione europea, che per cinque anni consecutivi ha consigliato all’Italia una riforma della pubblica amministrazione, urge eliminare il blocco del turn over per assumere giovani con le competenze necessarie ad affrontare le nuove sfide del nostro paese, ridurre l’attitudine difensiva e accorciare drasticamente i tempi burocratici per le grandi infrastrutture, le quali necessitano il doppio del tempo rispetto alla media Ue. Inoltre, riformare la pubblica amministrazione e introdurre un attivo monitoraggio del suo operato è indispensabile per informare la cittadinanza e raggiungere il dibattito necessario alla trasparenza.

La necessità di una riforma è dunque evidente e ora forse più che in passato, considerato l’oneroso compito di gestire le ingenti risorse del Recovery Fund a cui presto le nostre strutture amministrative saranno chiamate. Ma come sottolineato anche Paola Caporossi, si prospetta come una sfida davvero complessa, per la quale sono necessarie nuove competenze e multidisciplinarietà.