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L’etica (prima della politica) nella società che cambia. La lezione di Maffettone

Incontri serali

14.12.2019

di Antonio Sibilla

È presentando il suo nuovo libro “Politica. Idee per un mondo che cambia” che il professor Sebastiano Maffettone, direttore del Comitato Scientifico del Collegio Universitario “Lamaro Pozzani”, inaugura il ciclo di conferenze e dibattiti sui temi dell’etica e dell’informazione. Lo scorso 13 dicembre, il professore Maffettone ha motivato fin dall’inizio l’importanza di questi temi, odiernamente trattati sempre in modo superficiale: lo scopo del suo libro, infatti, è proprio quello di ordinare quei concetti che sono alla base del pensiero etico-politico della nostra civiltà ormai globale.

All’inizio, il professore ha descritto tecnicamente la struttura – di stampo accademico – del libro, ovvero la divisione in tre parti principali, delle quali la prima è dedicata ai concetti fondamentali dell’etica e della politica (liberalismo, democrazia, sovranità, etc.), la seconda ad una rassegna dei più grandi autori che hanno contribuito allo sviluppo del dibattito su queste tematiche (autori, del resto, di ispirazione per gli studi stessi del professore, come Rawls, Habermas e Marx) e la terza al pluralismo culturale ed etico che caratterizza la società globale.

Fondamentalmente, sono stati i principi analizzati nel libro che hanno portato alla fondazione di Ethos, l’Osservatorio di Etica Pubblica nato presso la LUISS Business School che coinvolge non soltanto alcuni tra i maggiori esponenti della politica italiana, ma anche giovani studenti impegnati concretamente nel campo della sostenibilità economica e sociale. Un progetto come Ethos si fonda sulla volontà di rinnovamento della coscienza individuale e collettiva per adeguare l’etica alle nuove sfide del XXI secolo, come il rapporto con l’intelligenza artificiale, il quale ha suscitato molto interesse negli studenti, che si sono posti numerose domande sulla reale efficacia dell’”etica degli algoritmi” (si è ragionato ad esempio sul trolley problem). Ma questo è soltanto uno degli aspetti al centro della ricerca di Ethos: non mancano discussioni sul rapporto dell’etica con le arti, con l’economia (basata non solo sull’efficienza produttiva ma anche su quella distributiva), con il settore della comunicazione (inevitabile a tal punto una serie di considerazioni sulle fake news e sulla disinformazione delle masse), con il settore medico-scientifico e giuridico.

A proposito di quest’ultimo settore, trattato in modo particolarmente approfondito, il professore ha delineato chiaramente il rapporto tra etica e diritto: mentre il diritto è soltanto il “minimo indispensabile dell’etica”, questa è fondamentale sia nella stesura di una legge (iure condendo), perché ne costituisce la base essenziale, sia nell’interpretazione dei casi reali che non corrispondono precisamente a quelli contemplati dalle leggi (iure condito). Un altro elemento che ha destato particolarmente l’attenzione dei collegiali è stato quello dell’importanza del dibattito bioetico: di fronte a potenzialità tecniche che crescono ogni giorno a dismisura, come per esempio nel campo dell’ingegneria genetica, la bio-etica serve proprio a creare dei limiti che prescrivano ciò che nel concreto è possibile fare o meno.

Insomma, alla fine della discussione con il professore, è  risultato chiaro che l’etica, sia essa vista come spinta di ognuno al miglioramento di sé (in senso aristotelico), sia come limite nei confronti di sé per non danneggiare l’altro (in senso kantiano), deve costituire un punto di riferimento per ogni disciplina umana, e non deve essere un’imposizione immutabile nata ex nihilo, bensì il connubio tra morale umana (universale) e contesto socioculturale. La cultura etica occidentale deve, quindi, aprirsi alle novità multiculturali (non tenute in considerazione per secoli) ma allo stesso tempo conservare i pilastri che l’hanno costituita, perché parte della nostra identità e del nostro modo di pensare.