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Ripensare l’Europa per renderla più forte
Da Napoli l’appello dei Cavalieri del Lavoro

Attività didattiche esterne

29.09.2019

di Federico Contadini e Benjamin Moshref

Ripensare le fondamenta su cui si erge la costruzione europea per dare un nuovo impulso al processo di integrazione politica: questa è la sola risposta auspicabile alle sfide del futuro. È stato un chiaro messaggio quello mandato, lo scorso 28 settembre, dai Cavalieri del Lavoro, riunitisi nella cornice napoletana di Palazzo Reale in occasione dell’annuale Convegno Nazionale (approfondisci qui). Gli studenti del Collegio “Lamaro Pozzani” hanno avuto modo di partecipare a un evento di risonanza nazionale che ha visto la presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, del Sindaco di Napoli Luigi Magistris e del Presidente della Regione Campania Vincenzo de Luca.

A introdurre il tema della giornata sono stati il Presidente del Gruppo Mezzogiorno dei Cavalieri del Lavoro Gianni Carità ed Ernesto Galli della Loggia, Professore Emerito di Storia contemporanea presso la Scuola Normale di Pisa, nei cui discorsi è stata affermata la centralità che un paese fondatore come l’Italia deve possedere nel contribuire al processo di formazione di un’identità valoriale fondata su un comune sentire europeo. Si è dunque riflettuto sulle condivise radici ebraico-cristiane e sul contributo dato dalle tradizioni artistico-letterarie, giuridiche e filosofico-politiche al delinearsi di un quadro culturale comune. Da subito, però, sono emersi anche quegli elementi di contraddizione interni e allo stesso tempo vitali, primo fra tutti la sopravvivenza degli Stati nazionali, linfa vitale del serbatoio della memoria storica, la sola in grado di parlare “al cuore e al sangue degli europei”.

Proprio sull’importanza di appellarsi al sentimento dei cittadini si è così inaugurata la prima delle due tavole rotonde, che hanno visto personaggi di spicco del mondo dell’accademia, della politica, del diritto, dell’economia, dell’imprenditoria e della fede: Giovanni Maria Flick, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, Sebastiano Maffettone, direttore del Collegio e Professore ordinario di Filosofia Politica – Luiss Guido Carli di Roma, e Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia accademia per la vita e Gran Cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II.

Moderati dalla giornalista Lucia Annunziata, i partecipanti hanno riconosciuto unanimemente la necessità che l’Europa, unita e compatta attorno ai propri valori fondativi e non più dominata dalla paura del passato, operi con impegno crescente nell’interesse del cittadino, garantendo le condizioni per la pace, il benessere economico-sociale, lo sviluppo sostenibile e l’esercizio delle libertà democratiche.

Come spiegato dall’Ordinario di Scienza Politica presso l’Università di Bologna Angelo Panebianco, in questo cammino vi sono però ostacoli che si oppongono al progetto di un’Europa concreta, e che nascono sia dai limiti dell’attuale livello di integrazione, sia dalla crisi di fiducia seguita alla crisi finanziaria del 2008.

Il lavoro della seconda tavola rotonda, cui hanno partecipato Ferdinando Nelli Feroci, Presidente Istituto Affari Internazionali, Antonio Patuelli, Cavaliere del Lavoro e Presidente Associazione Bancaria Italiana, Elena Zambon Cavaliere del Lavoro e Presidente Zambon, ha preso spunto dalla proposta avanzata dal Presidente dell’ABI Patuelli di armonizzare a livello europeo le norme del diritto penale, finanziario, bancario e fallimentare, al fine di scongiurare il fenomeno della concorrenza sleale fra stati membri. Questa e altre missioni, ha osservato giustamente Feroci, Presidente dell’IAI, dipendono dalla capacità di scegliere i giusti partner strategici e di interloquire efficacemente con essi, al fine di suturare le ferite sviluppatesi lungo l’asse nord-sud del continente. Ciò, del resto, gioverebbe enormemente al lavoro della neo-eletta Presidente della Commissione europea U. Von der Leyen, nel cui programma l’economista e Presidente Emerito dell’Accademia dei Lincei Alberto Quadrio Curzio ripone le sue speranze di rilancio dell’economia e della competitività, da ottenersi attraverso una massiccia manovra di investimenti che sia espansiva sul piano fiscale.

In chiusura dell’ultimo Convegno nazionale della sua Presidenza, infine, Antonio D’Amato ha inteso ribadire l’importanza di riflettere sulle radici della pianta chiamata Europa, perché, costituendosi in un fronte unico e compatto, essa possa fiorire rigogliosa e forte, degna del posto che merita.