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Presente e futuro del cinema in ricordo di Bertolucci. Incontro con Felice Laudadio

Incontri serali

28.11.2018

di Andrea Ferrari

Un “intellettuale del cinema e non un artigiano alla maniera di Monicelli”. È inevitabile il ricordo di Bernardo Bertolucci da parte di Felice Laudadio nel corso del suo incontro con gli studenti del Collegio Universitario dei Cavalieri del lavoro Lamaro Pozzani. Laudadio è presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma che governa la Scuola Nazionale di Cinema e la Cineteca Nazionale e ha incontrato gli studenti martedì 27 novembre offrendo una serie di spunti sulla storia e sull’attualità dell’arte cinematografica, ricordando innanzitutto il grande regista scomparso di recente.

Laudadio sottolinea la grandezza del regista di “Novecento”, un intellettuale del cinema– e non un “artigiano” alla maniera di Monicelli – che ha nutrito le sue pellicole con speculazioni culturali e riferimenti economico-sociali. La produzione di Bertolucci, infatti, ha risentito fortemente dell’influenza di Pasolini, con cui ha collaborato, della Morante e di Moravia, del quale ha trasposto in pellicola “Il conformista”.  Altri film di straordinario successo sono anche il controverso “Ultimo tango a Parigi” e “L’ultimo imperatore”.

I collegiali hanno modo anche di riflettere sulla differenza tra la grandezza dell’industria cinematografica degli anni Trenta e le attuali prospettive del cinema italiano e internazionale. Se durante il Ventennio, infatti, il cinema ha rappresentato un valido strumento di propaganda e di costruzione del consenso ed emblematica in tal senso è la scritta che campeggiava sui muri di Cinecittà nel 1937 – “La cinematografia è l’arma più forte” -, oggi si assiste ad un significativo calo dell’industria cinematografica, imputabile all’evoluzione del mercato e al suo orientamento verso nuove piattaforme multimediali che rendono immediata e a basso costo la fruizione di film e serie TV. Ciò stimola, tuttavia, una riflessione sul mutato rapporto che sussiste tra spettatore e opera.