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L’Opera? Un luogo di scontro violento
A lezione con Alessio Vlad

Gli incontri serali del Collegio Lamaro Pozzani

27.03.2018

di Marco Mason

“Un luogo di scontro violento”. È con queste parole che il compositore e direttore d’orchestra Alessio Vlad, in occasione dell’incontro serale di lunedì 26 marzo, descrive il genere teatrale che più gli sta a cuore e che considera il simbolo dell’Italia nel mondo: l’opera lirica.

Nato a Roma e con alle spalle una formazione al Conservatorio e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Vlad è attualmente Direttore Artistico del Teatro dell’Opera di Roma, incarico che ricopre dal 2010 dopo molti anni alla direzione di altri importanti teatri italiani. Con lo sguardo serio e profondo di chi esercita con grande passione la propria professione, l’ospite si rivolge agli studenti del Collegio dei Cavalieri del Lavoro Lamaro Pozzani smentendo un luogo comune che da sempre viene attribuito all’opera, ovvero quello di possedere un carattere antico, accademico e lontano dal presente, più adatto ad un salottino aristocratico borghese che a un teatro moderno. Anche se in effetti l’origine di questo genere teatrale si ritrova nelle corti degli intellettuali italiani di fine Cinquecento, ben presto l’opera seppe evolversi in un genere di intrattenimento popolare diffuso nei teatri, proprio in virtù della sua capacità di trattare gli argomenti della storia umana con un linguaggio sempre contemporaneo.

Ma quale elemento le conferisce questa forza straordinaria? È lo stesso Vlad a rispondere. “Rispetto agli altri generi teatrali, l’opera si differenzia nel rapporto tra musica e parole”. Cioè, l’azione drammaturgica nasce proprio dalla musica, che descrive con un approccio altamente espressivo e un linguaggio universale nel tempo le voci, i sentimenti, i movimenti dei personaggi in scena e dunque dà il senso all’intera rappresentazione rendendola contemporanea agli spettatori.

Pertanto, nella diatriba che lo ha portato a definire l’opera come “luogo di scontro violento”, Vlad non si schiera dalla parte di quelli che assumono un atteggiamento puramente conservatore, ritenendo l’opera meramente depositaria di una tradizione, fatta per i pochi amatori in grado di apprezzarla, ma difende l’idea che sia necessario trovare in essa quegli elementi di contemporaneità necessari a modernizzare un libretto scritto secoli fa, senza tuttavia per forza stravolgerlo o attualizzarlo a tutti i costi. La grande sfida dell’opera nel mondo di oggi sta infatti nel saper ricreare con rigore e rispetto una contemporaneità efficace ed immediata attraverso quel connubio di musica e parole, che Vlad considera il punto d’arrivo più complesso e potente dell’arte drammaturgica.

Il servizio sull'incontro con Alessio Vlad