Menu

Michele Barbato: L’ingegneria degli uragani.

L’incontro del 10 dicembre ha avuto come relatore il prof. Michele Barbato, laureato del Collegio e oggi professore associato del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale presso la Louisiana State University.

L’incontro del 10 dicembre ha avuto come relatore il prof. Michele Barbato, laureato del Collegio e oggi professore associato del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale presso la Louisiana State University.

Tema centrale dell’intervento è stato “l’Ingegneria degli uragani”, di cui il prof. Barbato si è occupato a partire dal 2007 con lo scopo di trovare delle soluzioni tecnico-edilizie per prevenire i danni provocati da questi fenomeni metereologici. Termini quali tifoni, cicloni o uragani indicano quelle realtà di nubi cariche di pioggia e caratterizzate da un forte vento che dal cuore dell’Oceano si abbattono sull’entroterra eliminando o ledendo qualsiasi ostacolo si frapponga lungo il percorso. Alla base della formazione degli uragani vi sono moti convettivi di aria calda e umidità che, risentendo della forza di Coriolis, innescano un meccanismo di rotazione in senso antiorario con velocità sempre maggiori man mano che ci si avvicina al centro del vortice.

Nello specifico, la ricerca dell’ingegnere Barbato e del suo team ha come obiettivo quello di studiare il comportamento degli edifici sotto la pressione di particolari fattori esterni e ottimizzare le prestazioni dei materiali e delle strutture. Una realtà molto complessa, che coinvolge diverse figure professionali e che richiede la divisione del “problema madre” in tante aree di competenza più specifiche e settorializzate. A collaborare vi sono economisti, ingegneri ed esperti meteorologi, capaci di seguire un percorso di analisi volto a rendere le opere edilizie più sicure, ma anche economicamente più accessibili ad un’ampia fascia della popolazione, riducendo al tempo stesso i costi dei fenomeni estremi ai quali alcune aree del pianeta sono da sempre esposte.

La parte conclusiva dell’incontro è stata dedicata all’illustrazione di esperimenti su alcuni nuovi materiali sostitutivi del mattone e del legno, che potrebbero garantire una maggiore tenuta e stabilità degli edifici.