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INCONTRO CON GIUSEPPE ZOLLINO: SOGIN E LA GESTIONE DEI RIFIUTI NUCLEARI .

Giovedì 19 febbraio il nostro Collegio ha ospitato il professor Giuseppe Zollino, presidente di Sogin, la Società per la gestione degli impianti nucleari, che sta lavorando al progetto nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi

 Giovedì 19 febbraio il nostro Collegio ha ospitato il professor Giuseppe Zollino, presidente di Sogin, la Società per la gestione degli impianti nucleari, che sta lavorando al progetto nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi. Dopo il referendum del 1987 che ha decretato la chiusura delle centrali nucleari italiane e dopo i 15 anni di riposo necessari per poter operare praticamente con gli scarti nucleari, tra il 2002 e il 2003 Sogin ha iniziato lo smantellamento degli otto siti nucleari italiani, di cui quattro centrali – situate a Trino, Caorso, Latina e Garigliano –, e la costruzione di strutture atte a custodire i rifiuti fino al loro totale decadimento. L’obiettivo principale è quello di installare un Deposito Nazionale unico per lo stoccaggio di rifiuti a bassa e media attività: esso avrà una vita di 300 anni e dovrà contenere circa 75000 metri cubi di scarti radioattivi, provenienti anche da altri settori industriali e da attività in ambito sanitario. È previsto inoltre un  altro deposito per la conservazione dei rifiuti ad alta attività, il cui decadimento richiede però centinaia di migliaia di anni. Uno dei problemi più importanti è la localizzazione: la scelta del luogo deve infatti rispecchiare quindici criteri (tra cui la sismicità, la densità di popolazione, l’altitudine e la pendenza del territorio). Ad oggi le località idonee sono circa un centinaio, ma non sarà Sogin a scegliere: l’idea è infatti che siano le popolazioni locali a decidere se installare un deposito di rifiuti radioattivi nella propria zona o meno. Esso sarà isolato dalle infiltrazioni di acqua attraverso quattro barriere: manufatti, moduli, celle e coperture multistrato. Al termine del 2015 inizierà la costruzione del deposito, che coprirà un’area di circa 100 ettari e sarà accompagnato da un parco tecnologico in cui saranno condotti esperimenti di natura scientifica.