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Ricerca universitaria e ricerca industriale. Incontro con il Professor Pierluigi Ridolfi.

Il Prof. Pierluigi Ridolfi, presidente dell’Associazione Amici dell’Accademia dei Lincei, affronta il tema della ricerca accademica e industriale attraverso l’esempio della sua esperienza.

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Riprende, con l’inizio del nuovo anno accademico, la collaborazione tra il Collegio “Lamaro Pozzani” e l’Accademia dei Lincei. Protagonista dell’incontro è il Professor Pierluigi Ridolfi, ingegnere industriale, autorità nel campo dell’innovazione tecnologica nella comunicazione e nell’informazione e presidente dell’Associazione Amici dell’Accademia dei Lincei. 

Nel ripercorrere le tappe fondamentali della sua carriera, il prof. Ridolfi ha affrontato il tanto attuale tema della ricerca, centrale nella sua esperienza lavorativa. Avendo ricoperto per quindici anni la prestigiosa carica di Direttore Centrale della Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica all’interno della IBM Italia, egli ha fatto in modo che il nostro paese riuscisse a imporsi sullo scenario internazionale. 

“Fare meglio degli altri, fare prima degli altri, farlo sapere” sono i tre principi che hanno guidato il successo della ricerca da lui promossa attraverso quattro idee all’epoca rivoluzionarie: il riconoscimento vocale, l’elaborazione digitale delle immagini, l’impiego di calcolatori nella comparazione dei sistemi linguistici, lo sviluppo di sistemi di grande calcolo. 

Il professore ha poi sottolineato l’evidente divario esistente tra ricerca accademica e ricerca industriale: mentre la prima, essenzialmente volta all’acquisizione di un livello di conoscenza teorica sempre più alto, può permettersi di non essere immediatamente orientata ai risultati, la seconda è meno libera, appunto perché vincolata alla necessità di far corrispondere determinati risultati agli investimenti sostenuti. 

Proprio la scottante tematica della ricerca universitaria ha fatto fiorire un vivace dibattito con gli studenti, soprattutto per quanto riguarda i suoi attuali limiti: un investimento sempre minore, un sistema troppo familistico e poco meritocratico, una struttura gerarchica e chiusa che rende impossibile l’accesso ai giovani di maggior talento.