“Come indirizzare la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane verso un sostegno crescente alla prosperità economica e all’inclusione sociale del Paese?”: è stata questa domanda il punto di partenza della 57esima Giornata del Credito, promossa dall’Associazione Nazionale per lo Studio dei Problemi del Credito (ANSPC), nella figura del suo presidente, il Cavaliere del Lavoro Ercole P. Pellicanò, e dei suoi partners. La giornata si è svolta il 2 ottobre 2025 nella suggestiva cornice del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, nel cuore di Roma. All’ormai consueto appuntamento hanno preso parte anche quest’anno, con interesse e spirito critico, alcuni allievi del Collegio “Lamaro Pozzani”.
In una situazione finanziaria e commerciale soggetta alle rapide variazioni conseguenti all’imposizione di dazi internazionali, alle fibrillazioni del mercato, all’abbandono delle scene locali da parte di investitori stranieri a favore di mercati extraeuropei più redditizi, all’introduzione e allo sviluppo di nuove tecnologie e dei loro relativi rischi, il bisogno di garanzie e percorsi condivisi del sistema bancario e produttivo del Paese trova un’ancora di salvezza nella ricchezza da risparmio degli Italiani (che ammonta a circa 5700 miliardi di euro in liquidità) mentre gli economisti studiano possibili vie per indirizzarne anche una minima parte a investimenti nell’economia reale – come illustrato da Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana.
Un dato su tutti – presentato da Gaetano Micciché, presidente della divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo – è diventato oggetto di discussione tra gli esperti intervenuti alla tavola rotonda, coordinata da Innocenzo Cipolla, presidente dell’Associazione Italiana del Private Equity: delle 230mila imprese in Italia con più di dieci lavoratori, solo 500 circa sono quotate in borsa e numerose realtà imprenditoriali di medie e piccole dimensioni, pur potendo contare sulla lungimiranza innovativa dei loro avviatori, mancano spesso degli strumenti di gestione necessari e di un sistema di management capace di attrarre investitori. Al contrario, molte di queste imprese confidano nel credito delle banche come unica fonte di approvvigionamento, senza che vi sia quella pluralità di sistema che il presidente della Camera di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti ha definito, invece, essenziale per la crescita del sistema bancario e produttivo, con lo sguardo attento anche ai nuovi orizzonti aperti dalla private equity.
L’auspicio comune è quello di fare della ricchezza finanziaria italiana il motore degli investimenti, incentivandola adoperando strumenti nuovi ma rigorosi. Tra questi sono fondamentali una leva assicurativa che declini il bisogno di sicurezza degli Italiani in prodotti garantiti, che sbloccherebbe, se introdotta, una parte del risparmio a favore dell’investimento – come evidenziato da Giovanni Liverani, presidente dell’Associazione delle Imprese Assicuratrici – , una leva fiscale che possa portare i fondi pensione ad essere protagonisti nella spesa per le infrastrutture – come suggerito dal vicepresidente di Confindustria Angelo Camilli – e una dote indisponibile per giovani studenti universitari da investire in fondi pensionistici che contribuisca al circolo dell’economia e al rafforzamento del sistema previdenziale integrato, necessario per far fronte alle variazioni demografiche odierne – così presentato nella proposta del professor Giorgio Di Giorgio, professore ordinario di Teoria e Politica Monetaria presso l’Università LUISS. Le proposte si inseriscono all’interno di un quadro europeo dei mercati che necessita dell’attuazione delle riforme avviate negli anni precedenti, a partire dal terzo Accordo di Basilea, e della semplificazione delle norme vigenti, sulla via – nelle parole del Direttore Generale della Banca d’Italia Luigi Signorini – “di maggior rafforzamento e sintonizzazione normativa, al fine ultimo di migliorare le possibilità di allocazione del risparmio privato e di restituire all’Unione Europea un ruolo finanziariamente competitivo a livello mondiale” come polo attrattivo per lo sviluppo regolato e consapevole di nuove tecnologie, a partire dall’intelligenza artificiale generativa, come ribadito anche da Fabio Pompei, Chief Executive Officer di Deloitte Italy e Central Mediterranean.
In ultima analisi, tutti gli esperti hanno convenuto sulla necessità dell’approvazione un piano europeo comune per il risparmio che riguardi famiglie e imprese, nonché di sgravi fiscali per tutte quelle realtà, a partire dai fondi pensionistici, che intendano investire in sostenibilità, previdenza, crescita e sviluppo sociale: obiettivi verso i quali tutte le parti istituzionali ed imprenditoriali sono idealmente chiamate ad impegnarsi, come sottolineato dal Cavaliere del Lavoro Ercole Pellicanò nel suo intervento finale. Al termine della giornata, è stato conferito il premio di laurea “Francesco Parrillo”, a riconoscimento di una rilevante carriera universitaria, a due ex alunne del Collegio “Lamaro Pozzani”, Beatrice Gambarin, dottoressa in legge con la tesi “Dal rito contumaciale al processo in absentia : verso l’effettività delle garanzie partecipative dell’imputato” e Lidia Cirillo, dottoressa in legge con la tesi “Il regolamento dell’Unione europea sull’intelligenza artificiale e la sfida dell’explainability”.