Nella serata del 28 maggio, gli studenti del “Lamaro Pozzani” hanno avuto l’onore di incontrare il Cav. Lav. Luigi Abete, che ha raccontato la sua esperienza nel mondo imprenditoriale, come amministratore delegato del Gruppo A.Be.T.E. SpA, e le lezioni apprese nel corso della sua lunga e prestigiosa carriera, che lo ha visto svolgere numerosi incarichi di rilievo, come la presidenza di Confindustria (dal 1992 e il 1996), della Banca Nazionale del Lavoro (dal 1998 al 2021) e della Luiss Guido Carli (dal 1993 al 2001). Tra le attuali cariche ricoperte vi sono invece quella di Presidente della Fondazione BNL, della Luiss Business School, della Civita Cultura Holding Srl e di Confindustria Cultura Italia. Inoltre, Abete sta per terminare il suo mandato di Presidente della Commissione per le attività di formazione della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro.
Riceve nel 2000 l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro, dopo aver riflettuto a lungo sulla legittimità dell’assegnazione di tale premio agli imprenditori di seconda generazione, categoria nella quale si colloca. Abete ammette di aver indugiato nell’accettare il riconoscimento perché incapace di considerarsi all’altezza del padre, il cavalier Antonio Abete, che, a costo di non lievi sacrifici, fondò l’azienda A.Be.T.E. (Azienda Beneventana Tipografia Editoriale) nel 1946. A posteriori, Abete riconosce l’importanza di assegnare l’onorificenza anche agli imprenditori di seconda generazione, per la loro abilità di sviluppare e specializzare le proprie aziende, adattandole alle necessità di un contesto sociale ed economico in continuo cambiamento.
Portando la sua esperienza, egli racconta di aver trasformato l’impresa editoriale, in seguito alla crisi indotta dall’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione e tecnologici. Il suo primo obiettivo fu quello di aumentare la specializzazione aziendale, grazie alla diversificazione della produzione. Successivamente, formulò strategie mirate ad adattare le imprese del gruppo alle nuove tendenze sociali, ad esempio spostandosi nel settore della comunicazione, dell’intrattenimento e della pubblicità, attraverso i marchi Civita e Film Master. Insomma, Abete individua nella resilienza e nella continuità le caratteristiche del successo di un imprenditore di seconda generazione. A queste qualità, egli tiene ad aggiungere l’attenzione al sociale, che è fondamentale coniugare con il “fare impresa”, “specialmente in un mondo come il nostro, dove non esiste più il senso del limite”.
Il cavaliere tenta di delineare un’immagine il più possibile realistica della figura dell’imprenditore, sottolineando l’importanza di aspetti come il carattere e l’atteggiamento nei confronti del proprio lavoro. Essere imprenditori non significa necessariamente avere successo: “l’imprenditore è colui che la sera va a letto e teme di fallire il giorno dopo”, afferma citando una celebre frase dell’amico ed ex presidente di Confindustria Vittorio Merloni. Essere imprenditori spesso comporta doversi rialzare dalle cadute, dover trovare nuove strade, anche cambiando mestiere o settore.
Ancora una volta Luigi Abete si è confermato un esempio per i collegiali, non solo come imprenditore, ma anche come uomo: dopo una lunga carriera, densa di momenti memorabili e di difficoltà, continua a dimostrarsi instancabile nel coltivare le proprie passioni e interessi. Questo approccio alla vita si esprime, ad esempio, nella dedizione con cui ricopre il ruolo di presidente della squadra di basket Luiss Roma.
Infine, in risposta alle domande dei collegiali, il cavaliere ha parlato dell’importanza delle relazioni e delle amicizie intessute nei contesti professionali, per lui fonte di insegnamento e crescita personale. Per questo, ci lascia l’invito a mantenere vivo lo spirito comunitario che contraddistingue l’esperienza collegiale.