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Autori in Collegio, “Il nostro grande niente” di Emanuele Aldrovandi

13.05.2024

di Alessandro Cocco

Mercoledì 8 maggio, per il secondo incontro del ciclo “Autori in collegio”, dedicato all’approfondimento del panorama letterario italiano contemporaneo è stato ospitato in aula magna Emanuele Aldrovandi. L’autore, avendo già scritto numerosi testi originali per il teatro, ha esordito nel mondo della narrativa nel 2024 con il suo primo romanzo “il nostro grande niente”, edito da Einaudi. È proprio attorno ai temi trattati nel romanzo che si è svolto un appassionato dialogo tra Aldrovandi e due studenti del collegio Simone Cerino e Micaela Maria Perrini Campione (rispettivamente al terzo anno di ingegneria informatica e automatica e al terzo anno di medicina e chirurgia).

La discussione è cominciata con una breve esposizione da parte degli studenti della trama dell’opera: la storia di un uomo che muore improvvisamente pochi giorni prima del proprio matrimonio a causa di un incidente stradale. Nella prima parte della storia il protagonista  riesce però ad assistere, dopo la sua morte, alla nuova vita della donna che sarebbe dovuta diventare sua moglie,  che dopo un lungo periodo di dolore riesce a ricominciare a vivere, addirittura sposandosi ed avendo figli. Nella seconda parte, invece, il protagonista non è morto, bensì ha sognato la prima parte del romanzo durante il coma, e a maggior ragione entra in crisi, poiché si convince di essere sostituibile, e che alla sua morte le persone avrebbero continuato a vivere dimenticandosi pian piano di lui.

Di conseguenza il primo tema discusso dopo l’esposizione della trama è stato ciò che rimane di noi dopo la nostra morte, come sopravvivono le nostre memorie e, più nello specifico cosa succede ai nostri profili sui social network. Per esempio il profilo personale di Instagram viene chiuso una volta ricevuto il certificato di morte, mentre il profilo Facebook può venire cancellato o trasformato in un account in memoria del defunto; si calcola che entro il 2070 su Facebook ci saranno più profili di persone defunte che in vita. Altro spunto di riflessione è stato il personaggio principale, un protagonista molto umano e credibile nei suoi pregi, ma soprattutto nei suoi difetti. Un uomo che ha all’esterno, nell’amore con una donna, l’unica ancora che gli impedisce di sprofondare nello sconforto per la morte. Gli eventi della storia fanno però venir meno la credenza nell’unicità e irripetibilità di questo suo amore, causando di conseguenza una fortissima crisi nel protagonista. Da questo tema si è aperto un dibattito relativamente al tema dell’importanza dell’individuo, di quanto il suo operare possa essere significativo ed influire su eventi più grandi di lui, di come il sentimento di irrilevanza possa essere oppressivo nel mondo moderno, e si è avanzato il dubbio che la pretesa di essere insostituibile non sia in qualche modo una forma di arroganza.

L’incontro è terminato tra le domande degli studenti, interessatissimi ad affrontare questioni relative a tematiche universali come la morte e l’amore, lasciate volontariamente aperte da questo romanzo.