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Il Made in Italy tra passato e futuro

01.12.2023

di Paolo di Stefano

La sera del 27 novembre 2023 si è tenuto in Collegio il terzo incontro del ciclo “Il segreto italiano”, volto alla scoperta di quei fattori che hanno permesso l’ascesa delle medie imprese italiane nonostante i numerosi fattori di origine amministrativa, economica e culturale che spesso sembrano impedirne la crescita. A questa conferenza hanno preso parola il giornalista Paolo Mazzanti, in qualità di moderatore, lo storico Carlo Marco Belfanti e i Cavalieri del Lavoro Laura Colnaghi Calissoni e Ali Reza Arabnia. L’obiettivo di questo appuntamento è stato quello di comprendere la storia del made in Italy e quali saranno i suoi sviluppi futuri per far fronte alle innumerevoli minacce a cui è sottoposto a livello internazionale.

L’incontro, dopo la presentazione da parte di Mazzanti degli ospiti e la sua introduzione del tema, è entrato nel vivo con l’intervento del professor Belfanti, curatore del capitolo avente a tema la storia del made in Italy nel libro “Il segreto italiano”. Lo storico nella sua ricerca si è concentrato sui due settori di maggior rilievo che hanno generato e trainato il made in Italy nell’immaginario collettivo: la moda e il design. Per made in Italy si intende una cultura del buon gusto e del pensiero imprenditoriale, nato nel secondo dopoguerra come una vera e propria operazione di marketing ad opera di Giovanni Battista Giorgini, allo scopo di conquistare il mercato della moda americano. Avendo individuato una crescente richiesta per una moda più pratica e meno sontuosa di quella francese, Giorgini organizzò a Firenze una sfilata dove presentare a un gruppo di giornalisti e acquirenti americani i prodotti delle case di moda italiane. Per la mostra si decise di far leva sull’originalità dei modelli che sarebbero stati presentati, che non sarebbero dovute essere copie di capi francesi, e sull’immaginario del mondo rinascimentale, periodo storico percepito nel mondo anglosassone come massima espressione dell’eccellenza dell’arte italiana.

Il successo della moda italiana andò sommandosi alla fama assunta dal design italiano con il “Salone del Mobile”: qui i mobili d’artigianato italiani, che si basavano su modelli storici, furono affiancati da arredi dalle finiture moderne che incontravano il gusto delle famiglie del secondo dopoguerra. Pensare al design italiano unicamente dal punto di vista del mobilio sarebbe però riduttivo: per comprendere a pieno la portata di questo fenomeno risulta necessario dare uno sguardo anche al design industriale. Ad oggi sarebbe impossibile pensare alla storia italiana del secondo ‘900 in assenza delle forme iconiche della Vespa, della Lambretta e della Fiat 500 o senza il colore e l’odore del caffè espresso prodotto nei bar con l’ausilio delle macchine nate dalla matita di designer italiani. Negli anni ‘80 il made in Italy, che era stato fino ad allora una semplice indicazione di provenienza, divenne un vero e proprio brand sinonimo di qualità, capace di suscitare rispetto nel mercato internazionale. La sua consacrazione definitiva è avvenuta nel 2001 con la celebrazione dei 50 anni dalla sfilata di Giorgini in una mostra tenutasi alla “Triennale Milano” e nel 2002 con il lancio della campagna “Italia: life in I style”.

Ha preso poi la parola il Cavaliere Colnaghi Calissoni, presidente del gruppo lombardo dei Cavalieri del Lavoro, in un intervento nel quale ha raccontato la sua storia, in particolare come sia riuscita a raccogliere e portare avanti l’eredità del marito Giuseppe Colnaghi espandendo e internazionalizzando il gruppo Carvico. Ad oggi il gruppo è il principale produttore e fornitore di tessuti per le case di produzione di costumi da bagno, abbigliamento lavorativo e intimo, leader nel settore della ricerca per nuovi materiali dalle altissime prestazioni come la fibra Xlance. Dopo aver parlato della storia del made in Italy è stato estremamente stimolante scoprire l’evoluzione che il fenomeno sta vivendo al giorno d’oggi: il gruppo Carvico dimostra come sia possibile mantenere la qualità e l’identità senza sacrificare la competitività sullo scenario internazionale. Fanno parte del gruppo la Hung Yen Knitting & Dyeing Co. Ltd. e l’impianto produttivo Carvico Ethiopia Plc, entrambi esempi di sostenibilità ambientale grazie ai progetti per il riutilizzo dell’acqua impiegata nei processi manifatturieri e per l’impiego nella lavorazione di materiali sostenibili derivati da oggetti inquinanti di plastica, come ad esempio reti da pesca e bottiglie. Detti progetti sono di esempio per le altre imprese del nostro Paese, rappresentando uno sviluppo del gruppo originale che riesce comunque a conservare la propria anima; fa inoltre riflettere come il numero di dipendenti negli anni sia solo aumentato e nessun gruppo di operai italiani sia stato licenziato negli anni.

L’incontro è stato per noi studenti un’opportunità unica, ci ha permesso di vedere chiaramente come la qualità sia alla base del successo del settore produttivo italiano: ne ha consentito la nascita, l’espansione e, come spiegato dal Professore Belfanti e dal Cavaliere Colnaghi Calissoni, rimane l’unico fattore che può difendere il made in Italy dalla contraffazione, mercato purtroppo sempre in crescita negli ultimi anni.