Menu

Incontri con gli Alumni | Innovazione come rinascita: le esperienze di Cecilia Occhiuzzi, Fabrizio Fantini, David d’Hallewin, Loris Lanzellotti e Antonio Perfetti

11.05.2023

Di Mattia Bolognone

Lunedì 8 maggio si è tenuto in Collegio un incontro con alcuni alumni fondatori e investitori in startup, che hanno raccontato ai collegiali la loro esperienza nel mondo della creazione e del sostegno a giovani imprese innovative. A moderare la serata Leonardo Ambrosini, anch’egli laureato del Collegio. In passato ha fondato e lavorato per delle startup, ma ora siede dall’altra parte del tavolo e lavora come business angel.

La prima a portare la propria testimonianza è stata Cecilia Occhiuzzi, professoressa di campi elettromagnetici all’Università di Roma Tor Vergata. Laureata in ingegneria medica, dopo la laurea ha fondato Radio6ense, startup che offre soluzioni sensoristiche per il monitoraggio delle fasi di attività di grandi aziende. Radio6ense nasce nel 2013 come spinoff di Tor Vergata e si caratterizza per essere una società ibrida, che non sviluppa prodotti bensì soluzioni. Dal Collegio, dice la Occhiuzzi, ha portato con sé sopra ogni altra cosa la capacità critica, un’abilità che l’ha aiutata profondamente nella creazione di Radio6ense, o, come lei scherzosamente lo definisce “il suo primo figlio”.

È seguita l’esperienza di Fabrizio Fantini, startupper con esperienze nel mondo dei software per apprendimento quantistico. Anche lui si diverte a chiamare la propria startup il suo primo pargolo, ma da pochi giorni è nato il suo vero primogenito, per il quale vanno a lui i sinceri auguri di tutto il corpo collegiale. Fantini è un ingegnere gestionale, e dopo la laurea si è occupato di consulenza in McKinsey conseguendo contemporaneamente un MBA all’Harvard Business School e un dottorato all’ESCP. Ormai in pianta stabile a Londra, la sua azienda si occupa di sistemi di apprendimento che offrono soluzioni per l’ottimizzazione dei prezzi, lo sviluppo industriale e la gestione dei magazzini. Al racconto della sua esperienza Fantini ha aggiunto qualche suggerimento: “Se ci si chiede se sia il caso di diventare imprenditori vuol dire che non è ancora il momento di diventarlo”, con le sue parole, perché l’impresa nasce in seguito a un’intuizione insopprimibile. È bene ricordare, tuttavia, che all’idea originaria si può dare corpo unicamente con il duro lavoro.

Ha poi preso la parola David D’Hallewin, fondatore di molteplici startup nell’ambito dell’architettura e dei beni culturali. Dopo essersi laureato in tempi record in Architettura, D’Hallewin ha deciso nel 2015 di dare vita a una startup che si occupa di modellazione e stampa 3D, cui ha fatto seguito nel 2018 una nuova società nel settore dei beni culturali. Prende in gestione siti archeologici adibendoli al turismo e porta artisti sardi in giro per l’Europa, ottenendo un successo tale da spingere il suo creatore a fondare VirtualBook, una società che opera nel campo della realtà aumentata. D’Hallewin ha conseguito 3 master e è anche il responsabile della sostenibilità per un’altra società, e ha inoltre creato, nel 2020, una linea di costumi da bagno. Il suo consiglio? Approfittare delle opportunità offerte dal Collegio per conoscere grandi figure dell’economia e della politica, perché attraverso il loro vissuto possiamo modellare il nostro futuro.

Non solo startupper, l’incontro ha visto anche la partecipazione di alcuni investitori. È il caso di Loris Lanzellotti, ingegnere delle telecomunicazioni e adesso venture capitalist. Dopo la laurea ha conseguito un MBA in economia negli Stati Uniti, ha lavorato nel consulting ed è poi tornato in Italia entrando nel mondo dei venture capital. Nel 2015 dà vita a Boost Heroes, un fondo di investimento di consumer tech caratterizzaro dal forte approccio quantitativo. Dal 2015, anno della sua fondazione, Boost Heroes ha ultimato più di 110 deal, anche con startup di grande successo come Satispay. Lanzellotti ha successivamente creato un nuovo fondo che opera nel campo dell’acquisition entrepreneurship, e in passato ha anche preso parte a programmi incentrati sul tema dell’accelerazione per startup. Lanzellotti ha ripreso le parole di Fantini sull’inesistenza di un metodo prestabilito da seguire pedissequamente per diventare imprenditori di successo, aggiungendo che forse, in realtà, per fare l’imprenditore non si è mai pronti. Questo comporta però dei grossi vantaggi, perché significa che l’età giusta per diventare imprenditori non c’è, e allora possiamo entrare in questo mondo già dagli anni dell’università. Infine, una importante lezione sul carattere di ogni imprenditore di successo: mai farlo per soldi, ma sempre e solo per passione.

A conclusione delle testimonianze, l’intervento di Antonio Perfetti, storico alumnus della classe ‘74. Ama definirsi un umanista votato all’innovazione e alla tecnologia e ha ricoperto il ruolo di direttore generale in Benetton Group, di Executive Vice President Risorse Umane e Organizzazione in Finmeccanica e di Executive Group Director Sales and Business Development in MDBA Group, prima di approdare nel mondo delle startup. Sue sono le parole che danno il titolo a questo articolo, piene di forza e bellezza: l’innovazione è un cimitero, perché miete tante vittime, sono in pochi a farcela! Ma è necessario perseverare, perseverare e ancora perseverare, e allora potremo dirci soddisfatti e riusciremo a portare un cambiamento positivo nel mondo. Perché in fondo, “costruire significa saper rinunciare alla perfezione”. Perfetti ha fondato startup nel settore della space economy e della sanità, ricopre il ruolo di consigliere delegato della Fondazione R & I operante nel campo del trasferimento tecnologico e si dice convinto che l’innovazione sia  un processo alchemico, non chimico, dove i risultati non sono mai certi. Perciò, per dare vita a una startup non sono sufficienti le conoscenze finanziarie, servono anche quelle specialistiche relative a un preciso settore.

Questo incontro sulle startup non ci ha solamente fatto capire meglio cosa significa fare impresa, ma ci ha anche lasciato una lezione di vita, valida tanto in economia quanto nel quotidiano. Con le parole di Perfetti: “La questione non è evitare del tutto i rischi. La questione è scegliere i rischi giusti”.