La storia della famiglia Fiasconaro ha un qualcosa di fiabesco, e non cessa di ricordarlo Nicola Fiasconaro, da quest’anno Cavaliere del Lavoro, amministratore dell’omonima azienda in visita presso il Collegio Lamaro Pozzani in data 9 dicembre 2021.
La fiaba, come ama chiamarla, affonda le proprie radici nella Sicilia degli anni Cinquanta, nella più intima dimensione domestica, dove la navigata imprenditorialità di un padre sposa le ambizioni di un figlio visionario, capace di scorgere al di là dei quaranta metri quadri di un laboratorio di pasticceria, oltre le neviere dell’Etna e i vicoli di Castelbuono, e lanciarsi in una attività radicalmente innovativa: fare della Sicilia la patria del panettone d’eccellenza e di un siciliano il discepolo di Gioacchino Alemagna, personalità di spicco nel mondo della produzione dolciaria.
La strada da percorrere, per quanto tortuosa, si dipana sempre sotto il segno del senso di appartenenza alla propria terra, a quella Sicilia che diviene missione e cifra stilistica dell’azienda, giunta ormai persino nello Spazio: con fierezza il Cavaliere ricorda la cena in onore dell’astronauta Paolo Nespoli a bordo del Discovery Shuttle Nasa, per la quale furono scelti proprio i panettoni Fiasconaro.
Il massiccio delle Madonie è dunque visibilmente scolpito nelle parole di Nicola Fiasconaro, ben conscio dell’importanza di una oculata internazionalità, valore aggiunto per chi sa non snaturarsi e cerca, dotato di salde fondamenta, un confronto con l’altro. Con orgoglio durante l’incontro al Collegio Lamaro Pozzani condivide tali vedute, capaci di rinvigorire la fucina del talento italiano e di renderlo tanto cosmopolita quanto capace di contribuire alla cura delle proprie radici.
Il Cavaliere è un convinto sostenitore dei giovani, consapevole che lo sviluppo personale richiede tempo e che l’innovazione richiede azzardo, nella certezza che si possa coniare un esempio, un modello positivo e propositivo capace di plasmare il futuro della Sicilia e spianare la strada a una nuova belle époque in quella che è stata, a tutti gli effetti, una delle culle d’Europa. Diviene dunque fondamentale per Nicola Fiasconaro fare sistema, dentro e fuori le aziende: creare un approccio metodologico-lavorativo credibile e associarsi, riunirsi in nome del progresso, per scommettere sul ritorno dei giovani, per costituire una attrattiva, una valida alternativa, una prima scelta.
“La Sicilia ha voglia di dire che c’è, che è pronta alle sfide del futuro con l’Italia tutta”: queste le sue parole alla vigilia di un anno da record, con l’entusiasmo di chi vuole superarsi in una competizione tutta interna, sradicando la fissità di una terra a volte autolesionista, prigioniera di circoli viziosi e contraddizioni, di una maledizione del Gattopardo che è sovente scusa anteposta all’iniziativa.
L’esempio Fiasconaro vuole ergersi a garanzia, siglare orizzonti d’opportunità di alto livello, con le fondamenta intrise di prodotto nostrano, dal cioccolato di Modica, alle mandorle d’Avola, alla manna dei Frassini. Il nucleo di questa realtà è, non a caso, l’unita realtà familiare che vede i fratelli Nicola, Martino e Fausto collaborare strettamente nel costante rafforzamento di una reputazione ormai splendente e internazionale.
La credibilità costituisce un punto cardine dell’azienda, nell’attenta ricerca a non cedere alle scorciatoie della chimica, che spesso oscura e mistifica la sicurezza alimentare, ovattando i rischi: in questo, la natura si colora di un’importanza capitale, poiché in essa l’azienda Fiasconaro trova le soluzioni per prodotti che facciano bene sotto ogni aspetto.
La fiaba di questa azienda è dunque tutta da scrivere, una storia in fieri iniziata da duemila panettoni e approdata, come un oculato azzardo, sulla vetta del mondo.