Menu

La genetica della “scena del crimine”. Incontro con Mogge Hajiesmaeil

01.12.2021

di Emanuele Volpini

Il seminario tenuto in data 29 Novembre 2021 dalla Dott.ssa Mogge Hajiesmaeil, dottoranda alla Università di Roma “Sapienza” e impegnata nella genetica forense, si pone in un’ottica di continuità con gli incontri proposti dagli altri dottorandi residenti nel Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro Lamaro Pozzani e ha come tema portante la biologia molecolare e la genetica, declinate nelle loro applicazioni nell’ambito forense.

La biologia molecolare è alla base della fisiologia degli esseri viventi e analizza i meccanismi molecolari che regolano la vita. Fulcro di tale studio non possono che essere gli acidi nucleici, in particolare DNA e RNA, che permettono, grazie ai loro ruoli rispettivamente di depositario dell’informazione genetica e di messaggero biologico, di ricostruire una serie di elementi giuridicamente rilevanti, come ad esempio le questioni di ereditarietà o l’individuazione degli autori di un crimine.

La prima applicazione della biologia molecolare in campo forense è da ricondursi all’analisi dei gruppi sanguigni, preziosa fonte di informazioni per il riconoscimento di individui coinvolti in scene del crimine. In questo ambito si è giunti ad un momento di svolta con il contributo di Alec Jeffreys, che per primo sfrutta in un caso di omicidio i cosiddetti “microsatellites”, cioè brevi sequenze di DNA ripetute molte volte in una specifica regione cromosomica che variano da persona a persona. Questa tecnica spiana la strada a ricostruzioni sempre più accurate e a identificazioni via via più precise.

Ad oggi i “microsatellites”, inadatti in alcuni casi, sono affiancati dagli SNPs (single-nucleotide polymorphism), strumenti meno precisi, ma che permettono di ricostruire le caratteristiche fisiche di un individuo a partire dal suo DNA. I caratteri più osservati sono solitamente il colore degli occhi, della pelle e dei capelli. Gli SNPs hanno anche un’applicazione più comune poiché consentono di ricostruire le proprie origini e la propria storia grazie a un campione di DNA. L’evoluzione della biologia molecolare è, di conseguenza, tale e tanto rapida da avere oggi i contorni di un fenomeno culturale non relegato all’ambito scientifico, ma piuttosto insinuatosi nella quotidianità facendo perno sulla curiosità individuale di chi mira a riscoprire e analizzare le proprie radici.

È questo uno dei tanti ambiti di studio della Dott.ssa Hajiesmaeil, la quale si occupa anche di genetica delle popolazioni, portando avanti il primo studio sulla popolazione iraniana con la tecnica dell’NGS (Next Generation Sequencing) che permette di sequenziare grandi genomi in un tempo ristretto.

Una delle tecnologie fondamentali nell’evoluzione della biologia molecolare, illustrata dalla relatrice durante l’incontro, è sicuramente quella della PCR (Polymerase Chain Reaction) attraverso la quale è possibile amplificare il quantitativo di materiale genetico fino a livelli utili per effettuare delle analisi. Una tecnica simile è anche alla base dei test molecolari COVID-19 di cui si sente ogni giorno parlare, tuttavia in questo caso il materiale genetico del virus è RNA che viene trascritto a DNA e sottoposto a PCR.

In conclusione, la biologia molecolare rappresenta una disciplina assolutamente cruciale, profondamente multiprospettica e capace di affiancare numerose scienze, da quelle dure a quelle sociali, fornendo punti di vista innovativi e interpretazioni uniche nel loro genere.