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Etica, ricerca e sviluppo: la ricetta per il successo planetario di Brembo

09.04.2021

di Laura Antonini

Venticinque stabilimenti aperti in quattordici differenti Paesi su tre continenti, 12500 dipendenti in tutto il mondo, più di due miliardi e mezzo di fatturato nel 2018: questi sono solo alcuni dei dati che testimoniano lo straordinario successo della Brembo S.p.A., trasformatasi, in soli sessant’anni, da piccola officina meccanica a carattere familiare a leader mondiale del settore dellosviluppo e produzione di impianti frenanti per veicoli.

A raccontare quali siano gli elementi centrali del modello di business della Brembo è stato, durante un incontro promosso dal Collegio della Federazione dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani”, direttamente il suo presidente, il Cavaliere del Lavoro Alberto Bombassei, figlio del fondatore Emilio, testimone e promotore di tutti i cambiamenti che l’azienda ha attraversato dal principio ad oggi.

Per quanto la storia dell’azienda sia stata caratterizzata da alcune felici casi fortuiti, il motivo del successo e della longevità della Brembo S.p.A non è un’irripetibile sequenza di fatti casuali, quanto più una messa a frutto di grandissime qualità umane e professionali, grazie alle quali si è saputo cogliere le opportunità di crescita e apprendimento presentatisi, grazie a particolare lungimiranza, intuizione e coraggio di farsi pionieri delle innovazioni, rinnovandosi senza né tradire i propri valori né sottovalutare gli input esterni.

 

 

 

 

 

 

 

 

Attori di grande prestigio e tradizioni di lunga data si sono incrociati durante tutta la storia dell’azienda, rendendola sempre più autorevole, e preminente sul  mercato. Per fare alcuni esempi, si è citata, ovviamente, Alfa Romeo, per la quale la Brembo è stata la prima fornitrice italiana di freni a disco, ma anche Ferrari, che l’ha introdotta nel mondo delle corse e della Formula 1, e Porsche, con la cui collaborazione sono state create le famose pinze dei freni rosse della 911, un vero e proprio pezzo di storia nel design dell’automobile.

Referenze di così grande rilievo hanno consentito all’impresa di aprirsi al mercato estero, inizialmente con l’ingresso della multinazionale americana Kelsey-Hayes nel suo capitale sociale; quest’ultima esperienza si è conclusa solo dopo una decina d’anni, ma ha spinto l’azienda, nel 1995, ad essere quotata alla Borsa valori di Milano. A testimonianza della maturità e reputazione dell’azienda, nel giro di pochissimi giorni dal debutto venne registrato un incremento di 9 punti percentuali sul prezzo di collocamento.

Con l’arrivo del nuovo millennio in un mondo sempre più globalizzato e competitivo, divenne sempre più urgente fare investimenti anche fuori dai confini nazionali: in quel periodo vennero infatti inaugurati molteplici nuovi stabilimenti, in Polonia e Cechia per il mercato europeo, in Messico per quello americano e in Cina e India per quello asiatico.

La Brembo mantiene sempre lo sguardo sul presente ma con un occhio orientato al futuro, e, infatti, non è rimasta indifferente di fronte alle problematiche sollevate dal progresso; per coniugare le due visioni, si è deciso di prestare attenzione e impegno nella sostenibilità ambientale e nel rispetto della natura, sia durante i processi di produzione, che nella ideazione di prodotti tecnologicamente allo stato dell’arte anche nell’ambito dei ridotti consumi. Anche in questo ambito, i risultati ottenuti sono dovuti in gran parte al contributo apportato dalle nuove generazioni, dall’atmosfera di contaminazione delle idee e dalla compenetrazione di competenze proprie di una pluralità di settori, fautori di proficue collaborazioni beneficianti l’intera collettività.

Il Parco tecnologico Kilometro Rosso, di cui il Cav. Lav. Bombassei è l’ideatore, è, senza dubbio, il simbolo dei valori dell’azienda, per motivi che vanno persino oltre l’essere uno dei più importanti centri di ricerca italiani nel suo ambito: esso è un luogo dove ricerca e impresa si incontrano, e dove tantissime eccellenze, dalle più disparate conoscenze e competenze, collaborano per porsi al loro servizio, trovando in cambio considerazione e valorizzazione, e creando così valore per la nazione tutta.

Il clima che si respira al Kilometro Rosso è, in un certo senso, la concretizzazione massima del sogno che il Cavaliere del Lavoro aveva già inseguito tempo prima con il suo impegno in Confindustria e in Parlamento; non è quindi un caso che, specialmente nel periodo di difficoltà e di grandi sfide per la scienza e la tecnica in cui viviamo, Brembo non abbia mai mancato di offrire il proprio contributo alla società alle cui risorse tanto deve, proprio a dimostrazione che “ci crede davvero”, e che è disposta ad investire con testardaggine remando contro le logiche di profitto meno illuminate.

A lampante dimostrazione di ciò è stata la nascita di una proficua collaborazione dell’azienda con l’Istituto Mario Negri di Bergamo, nell’ambito di un progetto di ricerca clinica e farmacologica per contrastare il Covid-19, in piena coerenza con il commento fatto dal Presidente delle Federazione dei Cavalieri del Lavoro, Maurizio Sella, esplicitamente preso a modello dal Cav. Bombassei per il suo intervento: “Morality is longevity”.