Menu

Qualità umane e competenze professionali, Pellicanò: Ecco il profilo del manager del futuro

Incontri serali | Webinar

23.02.2021

Riccardo Magli

Responsabilità, curiosità, senso critico ma anche tempestività, motivazione e realistico ottimismo: queste alcune delle caratteristiche principali che, nel corso dell’incontro virtuale con gli studenti del collegio Lamaro Pozzani, il Cavaliere del Lavoro Ercole Piero Pellicanò ha ritenuto imprescindibili nel delineare la figura del manager ideale, costruita, sotto vari punti di vista e sfaccettature, sulla base della sua lunga esperienza e profonda conoscenza dell’ambito economico e aziendale.

In un periodo come quello attuale, di grande incertezza e crisi sul fronte non solo economico ma anche politico e sociale, la ricetta del Cavaliere del Lavoro Pellicanò per uscire da quello che definisce lo stato comatoso del nostro paese è tanto semplice concettualmente quanto però estremamente complessa da realizzare nella pratica: ripartire dall’economia e dalla cultura dell’impresa. Un progetto ambizioso ma potenzialmente efficace, e soprattutto in grado di rivoluzionare e rinvigorire un intero sistema in cui, continua Pellicanò, “l’impresa conduce e crea occupazione”; un piano di rilancio organico e analitico che, però, per essere attuato non può fare a meno della guida sapiente di un manager all’altezza, il cui profilo, infatti, è stato l’oggetto della maggior parte della dissertazione.

Nel suo campo d’azione, dunque, un buon manager deve dare prova di doti tradizionali da tenere sempre in mente, sul doppio versante sia delle qualità umane sia delle competenze professionali, entrambe ugualmente indispensabili e irrimediabilmente legate le une alle altre: coscienziosità, coraggio, umiltà e lealtà sono solo alcune fra le più notevoli per quanto riguarda l’aspetto più propriamente umano, mentre per quello strettamente professionale vanno menzionate, oltre ovviamente alla competenza, la tempestività delle decisioni, la capacità di delega, l’abilità di trasferire agli altri le proprie esperienze e, allo stesso livello delle altre (tanto più nel contesto del crescente pessimismo odierno), l’attività motivazionale.

Se è vero però che, come viene detto sempre più spesso nei giornali e sui notiziari, “il mondo sarà diverso” e “ci sarà un prima e un dopo coronavirus”, è allora fondamentale che, oggi come non mai, alle doti canoniche del manager se ne aggiungano (e, da notare, non sostituiscano) altre, per andare a soddisfare il nuovo tipo di professionalità e approccio umano richiesto da un futuro che “non è più quello che era”: mentalità aperta, supportata da esperienza tecnica ma anche da contaminazioni interdisciplinari; attenzione verso il mondo esterno, già evidente nell’ormai consolidato impiego della sigla Esg per le istanze ambientali, sociali e aziendali (Environmental, Social and Governance); flessibilità, intuizione e capacità del cosiddetto problem solving; snellimento a livello decisionale e procedurale, da un sistema burocratico-divisionale a uno più elastico; capacità di guida con realistico ottimismo di una squadra motivata e collaborativa.

Questi dunque i prerequisiti essenziali delle figure manageriali che, dal loro ruolo di guida e modello, possono dare al nostro paese quella crescita e quei cambiamenti che, resi definitivamente irrinunciabili dalla situazione di emergenza, il Cavaliere del Lavoro Pellicanò illustra all’insegna di cinque pilastri: innovazione, sostenibilità economica e ambientale, inclusione sociale, internazionalizzazione e digitalizzazione; tutti da perseguire nel miglior modo ma soprattutto nel minor tempo possibile, ricordando cioè che, come conclude l’oratore prima di aprire il dibattito con gli studenti, da qualunque genere di analisi deve sempre venir fuori una precisa sintesi e, proverbialmente, “il meglio è nemico del bene”.

Massime e aforismi, del resto, sono una presenza costante nel brillante codice espressivo dell’oratore, che si mostra così appassionato e appassionante soprattutto nel momento conclusivo, quando dispensa agli studenti quello che si potrebbe definire il riassunto in una frase dei suoi molti anni di esperienze eclettiche e sempre in posizioni e ruoli autorevoli: “raccogliete i pensieri che scendono dalla mente, e operate con i sentimenti che salgono dal cuore”; anche in economia allora, come nella vita, cuore e mente.