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“La passione che fa crescere un progetto”. L’esempio de Il Sicomoro.

Michele Plati torna in Collegio e spiega come lavorare sulla debolezza con forza ed energia.

Come da consuetudine, il Collegio apre le porte ai suoi laureati. È il caso di Michele Plati, laureato in giurisprudenza a “La Sapienza”, avvocato e ora Presidente di una cooperativa sociale lucana, Il Sicomoro, che costituisce un esempio autentico di imprenditoria sociale fortemente radicata nel territorio in cui è nata – la città di Matera – e nel quale è diventata importante punto di riferimento per disabili, anziani, immigrati e minori. Il Sicomoro fornisce loro assistenza e orientamento grazie alla attività di 86 persone tra soci, volontari e operatori sociali, che aiutano a far guardare lontano individui svantaggiati, secondo la mission che la stessa definizione normativa affida alle cooperative sociali.
Nel corso della sua esposizione, Michele Plati ha sottolineato il legame forte, in questa esperienza nata con un gruppo di amici, fra il desiderio di fare del bene e la capacità di “generare” economia, mettendo al servizio dell’interesse collettivo le stesse qualità manageriali richieste nell’impresa tradizionale for profit. Il tutto con l’obiettivo di promuovere percorsi professionali ugualmente stabili e remunerativi, ma incardinati sulla persona, sui suoi bisogni e le sue “mancanze”. La materia prima de Il Sicomoro sono le relazioni e lavorare significa qui forgiare una rete di persone con cui progettare, discutere, sognare e realizzare la vita di ogni giorno, diventando “colleghi fissi di un posto variabile”. Nel corso della serata non sono mancati spunti rilevanti su cui riflettere, dal tema dell’immigrazione e dell’integrazione culturale a quello annoso delle disuguaglianze fra il nord e il sud della penisola, con riferimenti all’attualità e ad episodi vissuti in prima persona. 
In chiusura, l’avvocato Plati ha menzionato una campagna di sensibilizzazione appena intrapresa da Il Sicomoro, dal titolo “Grazie”, che vuole promuovere la voce dei migranti che dicono grazie alle città che li ospitano; questo per dire a sua volta grazie al Collegio, che l’ha ospitato nei suoi anni di formazione e a cui ancora si sente profondamente legato.