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L’Ambasciatore della Repubblica Socialista del Vietnam in Italia Nguyen Hoang Long presenta il volto nuovo della sua nazione.

L’Ambasciatore della Repubblica Socialista del Vietnam in Italia Nguyen Hoang Long presenta il volto nuovo della sua nazione.

Nell’ambito degli incontri serali del Collegio, gli studenti hanno avuto il piacere di avere come ospite Nguyen Hoang Long, nominato lo scorso anno Ambasciatore della Repubblica Socialista del Vietnam in Italia. Laureatosi a pieni voti all’università Bocconi di Milano, Hoang Long ha da subito intrapreso la carriera diplomatica in Vietnam, lavorando per cinque anni al dipartimento europeo e ricoprendo un incarico prestigioso presso l’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC).

“Il Vietnam è un paese giovane che guarda al futuro”: così esordisce l’Ambasciatore presentando il volto nuovo di questa nazione che ancor oggi è troppo spesso associata agli orrori di una guerra così difficile da dimenticare. Ciononostante, la prospettiva che si delinea sullo scenario internazionale per il Vietnam è quella di un paese all’avanguardia: innumerevoli sono, infatti, le riforme di carattere politico-economico messe a punto negli ultimi anni e che hanno fatto del Vietnam un fortissimo esportatore a livello globale.
Divenire un paese libero e industrializzato è il traguardo da raggiungere entro il 2020 per il Vietnam, che non solo ha intrapreso grandi investimenti nel settore creditizio, delle infrastrutture e delle imprese statali, ma ha anche concluso accordi di libero commercio con l’Unione Europea, l’area asiatica e gli Stati Uniti. La vera risorsa del Vietnam sono tuttavia proprio i suoi giovani abitanti. Sono 130.000 i vietnamiti emigrati per studiare e sono loro che portano all’estero il sorriso del Vietnam: un messaggio di speranza e di ottimismo.

Per quanto concerne la politica estera, l’Ambasciatore, emozionato, conclude il dibattito con gli studenti ricordando che quest’anno si celebra il quarantesimo anniversario della nascita del fruttuoso rapporto diplomatico italo-vietnamita, per lui grande motivo di orgoglio che lo porta ad affermare “Mi sento un po’ italiano anch’io. L’Italia è la mia seconda casa”.