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Invenzione, scienza, progresso: incontro con il Prof. Edoardo Vesentini.

Il terzo incontro nato dalla collaborazione tra Accademia dei Lincei e Collegio “Lamaro Pozzani” ha visto come ospite il prof. Edoardo Vesentini, matematico e già direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa.

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Il terzo incontro nato dalla collaborazione tra Accademia dei Lincei e Collegio “Lamaro Pozzani” ha visto come ospite il prof. Edoardo Vesentini, matematico e già direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa.
Il prof. Vesentini ha iniziato il suo intervento citando Karl Popper e la definizione di ricerca scientifica come un “uomo scuro, vestito di nero, che in una stanza buia cerca un cappello nero che forse non c’è”. È scienziato chi è capace di curiosità e passione per il proprio lavoro, ma possiede al tempo stesso l’umiltà di riconoscere i propri limiti e sa accettare, con l’entusiasmo della scoperta, anche l’esperienza del fallimento. Oggi, peraltro, il lavoro dello scienziato è mutato profondamente rispetto a quello al quale si riferivano studiosi come Max Weber a Vito Volterra, pure citati dal prof. Vesentini.  Al Cern di Ginevra, per esempio, ci sono 2000 fisici impegnati nella realizzazione del rilevatore di particelle Atlas: cambia non solo il metodo di lavoro, ma la stessa percezione che ne ha il ricercatore, il tipo di identificazione fra quest’ultimo e il progetto che sta conducendo.

Prima del consueto dibattito, l’Ospite si è soffermato sulla figura di Galileo, riportando in conclusione un passo di Arthur Koestler a lui dedicato: anche se la fama di Galileo si basa su scoperte in buona misura mai compiute e su invenzioni mai realizzate, come per esempio il telescopio, è a lui che si deve la fondazione della moderna scienza della dinamica. E questo ne fa, senza dubbio, uno dei padri della scienza moderna.