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Carceri, Palma (Garante dei detenuti): “Misure alternative per ricostituire il rapporto sociale”

Dibattito sul sistema detentivo nell'incontro al Collegio del 3 novembre. Intervenuto anche il costituzionalista Marco Ruotolo

Il delicato tema dei diritti dei detenuti è quello che meglio pone in evidenza la necessità di un equo bilanciamento tra autorità e libertà, equilibrio che, traendo le proprie fonti dalla Costituzione italiana, concretizza la finalità primordiale dello Stato di Diritto: impedire la vendetta privata come forma di risoluzione delle contese. Sulle prospettive riguardanti lo stato del sistema detentivo italiano sono intervenuti, all’incontro al Collegio del 3 novembre scorso, Marco Ruotolo, ordinario di Diritto costituzionale dell’Università di Roma Tre, e il Garante nazionale dei diritti dei detenuti, Mauro Palma. Il primo, soffermandosi sul lato normativo, ha sottolineato come le pene, in accordo con l’articolo 27 della Costituzione, non possano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e debbano essere tese alla rieducazione del condannato, concepita come il suo reinserimento nel tessuto sociale. Palma, che ha presieduto in passato il Comitato europeo per la prevenzione della tortura, dei trattamenti e delle pene inumani o degradanti, ha dato rilievo al concetto di pena come modalità, appunto, di ricostituzione del rapporto sociale collettivo, che si esplicita anche attraverso l’utilizzazione di misure alternative, con le quali si supera l’idea della pura e semplice coincidenza fra detenzione e pena. Anche in questo caso, la privazione della libertà come pena rilancia, anziché chiudere, il tema dei diritti delle persone detenute.